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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò |
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BARI, STORIA E FEMMININO SELVATICO
L’Istituto Tecnico – Liceo Scientifico Tecnologico “Marconi” di Bari ha concluso un intenso anno di studio di libri e di fonti d’archivio (e non banali “celebrazioni”) sul 1861, con una giornata in cui sono stati presenti tutti i relatori che, in diverse occasioni, hanno partecipato al progetto. Ecco il programma del 26 maggio.
Partito prima dell’alba e tornato a sera, ritengo opportuno informarne i lettori, perché si veda come l’argomento possa essere affrontato senza orge di retorica e finta commozione a lettere maiuscole. Magari qualche petulante penserà che con Bari non abbiamo nulla a che spartire, e invece non è così: intanto i ragazzi hanno letto e studiato il romanzo “L’ospite”, Rubbettino, di U. N., che narra la Calabria negli anni cruciali 1798 – 1821; e U. N. ha restituito il favore scrivendo per l’Istituto un dramma sulle brigantesse campane e pugliesi. E, sorpresa, padre Damiano, domenicano coltissimo, è sì il priore di S. Nicola (quanto dire, a Bari), però è di Bivongi! Del resto, lo ricordavamo a tavola, tra i Baresi che compirono l’impresa di raggiungere Mira e strappare ai Turchi le Reliquie del santo ci fu anche Ariberto Asciutti di Castelvetere, la nobile città poi indebitamente ribattezzatasi Caulonia. Insomma, c’è abbastanza Calabria in questa giornata, anzi Ionio. Diciamo ora qualcosa delle brigantesse messe in scena. Michela de Cesare è un personaggio storico, capo di una banda che operò contro i piemontesi per anni, finché non venne sterminata, tra le ultime, nel 1868. Caduta in combattimento, Michela venne ignobilmente vilipesa cadavere, in obbedienza alle canagliesche indicazioni di Lombroso volte a dimostrare, secondo la sua scienza positivistica e cialtrona, che i meridionali siamo delinquenti per biologia! Alla faccia dei fratelli d’Italia. L’altra figura del dramma, immaginaria, è un’anziana nobildonna piemontese che, nel 1911, ricorda di essere stata rapita, ma anche salvata da Michela. La scena data in anteprima mostra la ferrea decisione della donna di morire in battaglia: femminilità possente e selvatica. Ottima la regia di Anna Papadia e delle sue colleghe; e se questa è l’anteprima, confidiamo in una prima di ottimo livello. Intensa la recitazione delle giovanissime allieve: la Moric nella parte di Eleonora, la Lorusso in quella di Michela.Ulderico Nisticò
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