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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò |
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ARCHEOLOGIA DELLA DOMENICA E BUFALE A NARDODIPACE
Le bufale sono molto prolifiche; se non fanno mozzarelle e bufalini, sparano le cosiddette bufale nel senso di un cenno di verità e un mare di chiacchiere e mescolate bugie. Eh, non ci bastavano gli sbarchi di Ulisse o a Copanello o a Sant’Eufemia; non bastavano i Templari a casa dei nonni; ecco che tornano all’attacco gli archeologi della domenica e storici del lunedì dell’Associazione “Città della porta”, i quali sanno tutto, ma proprio tutto dei megaliti di Nardodipace, e, manco a dirlo, del loro profondo significato esoterico, magico, misterico e via con le altre bovine di origine longobarda! Il TG3, che le bufale le cavalca spesso, quello stesso TG3 assente da manifestazioni culturali di genuino e altissimo livello e con cinquemila persone di pubblico, si fionda a dedicare minuti e minuti alla bovina in questione. Con contorno della solita odiosa frase fatta sul “riscatto” che dovrebbe derivare a Nardo e alla Calabria dalle bufale in parola. Per chi non lo sapesse, raccontiamo i precedenti. Qualche anno fa un appassionato del territorio, il fotografo Nadile, scopre, diciamo così, delle formazioni granitiche che, con una certa buona volontà, possono anche sembrare opera umana. Il Nadile, persona seria, si limita a porre il problema; questo viene a conoscenza del professor Guerricchio, geologo dell’UNICAL, che studia i massi in superficie, e conclude: se sotto c’è granito, sono emergenze naturali; sen c’è niente, sono opera umana; per uno studio attendibile, ci vorrebbero sondaggi con strumenti complessi e costosi. Vengo interessato anch’io, e, recatomi a Nardodipace, suggerisco che gli studi si facciano, obbligando all’intervento Regione eccetera. A supporto, ricordo non solo il mito di Italo (ne abbiamo parlato più volte, e c’è tutto il dramma Eutimo del 2010), ma anche tutto un elenco di pietre in qualche modo ammantate di memoria popolare: Pietra di sant’Agnese, Pietra del diavolo, Pietra di sant’Antonino e molte altre nell’Istmo. Ricordo agli amici di Nardodipace questa facile regola: una leggenda popolare è quasi sempre vera; le leggende dei dotti sono quasi sempre bufale. Ci aggiorniamo. Ahi, quando il gatto non c’è, i topi ballano! Absit iniuria verbis, s’intende. In mia assenza, arrivano, i professori Mosino e Raso con un corteo di qualche decina di seguaci; il primo, dopo aver scoperto che Omero era di Reggio Calabria, affermò che i pietroni nardodipacesi erano, come ben si vede, niente di meno i Lestrigoni dell’Odissea; l’altro, forte dei reperti di Girifalco e dintorni, legge i disegnini di questi e dei segnetti sugli stessi massi delle Serre, e li legge come fossero un libro a stampa e un elenco telefonico: sono, è palese, la Città della porta! Detto fatto, proclama che i lastroni appartengono ai Pelasgi, parenti stretti degli Etruschi, cugini primi dei cittadini di Atlantide. Dimostrazione delle due tesi: nessuna! Gli archeologi della Sovrintendenza, chiamati in causa, approfittano del pascolo brado di bufale per dichiarare ufficialmente che quelle pietre sono pietre e basta, e rifiutano ogni operazione di loro competenza. Dimostrazione anche di questa tesi: nessuna. Gli studi geologici, zero. L’attenzione della cultura su Nardodipace, zero. Effetto sul turismo, zero. Capacità di utilizzare la faccenda, dell’amministrazione di Nardodipace, quella di prima di sinistra e quella di ora di centrodestra, zero. Per forza, ragazzi. Se invece che di storia si parla di esoterismo (che sarà mai?), se invece di archeologia si parla di notizie tratte dai libri delle stazioni, se invece di studio dei poemi omerici si cantano parole in libertà, chi volete che vi pigli in considerazione? Ci mancano solo Wolf con Ulisse e Jasmine con suo bisnonno Federico II, e l’allevamento di bufale è completo. Grazie agli dei che ci sono io, lo spudorato e spietato io, che non perdono: inizio qui su Soveratoweb, continuerò di tv e sui molti giornali a mia disposizione, e in tutte le occasioni. Dirà qualcuno, che te ne viene? A me personalmente, nulla: ma forse risparmio alla Calabria la brutta figura di provincialotti che rimediamo con i dilettanti allo sbaraglio di Nardodipace. Ulderico Nisticò
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