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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò |
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NOTIZIE DAL TEATRO DEL GRILLO
L’iniziativa di Claudio Rombolà e Maurizio Paparazzo (ne trovate ampie notizie su questo stesso sito) ha riscosso successo, persino di numero di spettatori; e più ancora per l’originalità della tematica e della provocazione culturale e politica che ha saputo lanciare. Cos’è un cinema indipendente? È la sfida quasi solitaria a un sistema di potere e di controllo della distribuzione cinematografica (e aggiungerei televisiva), che regola la diffusione di una pellicola nelle sale, e, qui sta il punto, dopo averla preparata con adeguata azione pubblicitaria diretta, e soprattutto indiretta. Lo spettatore viene indirizzato verso certi film, e del resto, se anche volesse vederne altri, non li troverebbe nelle sale. Non parlo solo di coraggiose operazioni amatoriali, ma mi viene a mente un esempio ai limiti dello scandaloso: E li chiamarono briganti di un nome ben noto come Pasquale Squitieri, che è stato finanziato e prodotto e girato... e subito ritirato dalla circolazione per evidenti ragioni ideologiche. Figuratevi cosa accade a un film di registi al di fuori del sistema o che non abbiano le entrature e chiavi giuste per farsi veicolare dal sistema! C’è una soluzione? Dico una soluzione vera, non rassegne e festival gratis e che la gente vede solo perché gratis, e mai verserebbe un centesimo per pagarli. Queste operazioni sono solo palliativi, e quando sono piccole realtà paesane come accade a Soverato... e quando un fortunato filmetto passa a festival ugualmente gratis e di maggior nome. Io per soluzione intendo far sì che lo spettatore normale faccia la fila al botteghino, versi dei soldi, riceva in cambio un biglietto; e, uscendo, magari suggerisca a un amico di andare a vedere la pellicola. È una lotta titanica, certo, Davide contro Golia: ma vi ricordo che vinse Davide, in questo biblico combattimento. Perché? Perché aveva un’idea: la frombola; e il gigantesco filisteo ci lasciò le penne. Ecco, secondo il mio modesto parere, il film indipendente può essere dilettantesco in tutto tranne che nelle idee. L’attore può essere preso (letteralmente!) in mezzo alla strada, la sua battuta, no. Soggetto, sceneggiatura, dialoghi, tempi, inquadrature: queste componenti di un film obbediscono alle stesse regole sia che esso venga girato con un telefonino sia con le più potenti attrezzature della storia dai fratelli Lumière ad oggi. Un bel film ha qualche speranza di piacere, anche se non lo propagandano in tv. E occorre anche solidarietà: un buon prodotto va apprezzato e fatto apprezzare dall’ambiente; le invidiuzze e le ripicche danneggiano tutti. Un’ultima provocazione: il film deve piacere al pubblico? Certo che sì. Deve inseguire i veri o presunti “gusti del pubblico”? Assolutamente no, e perché i gusti malsani guastano e pubblico e cinema; e perché non è vero che la gente è composta di ciuchi e disperati. Datele qualità, e la saprà accettare; e miglioreremo e cinema e pubblico. A proposito: qualità non significa necessariamente né buonismo né depressione né politicamente corretto, significa solo qualità. Notizia 2: Scuola di musica e concerto Sempre al Grillo, un bel saggio dei piccolissimi allievi della scuola di musica Pacicca, una delle non poche emanazioni dell’associazione la cui manifestazione più notevole è la nostra banda municipale. Una sala gremita ha potuto prendere atto dei progressi dei ragazzi, ciascuno nella sua specializzazione. Un vero vivaio di artisti, cui auguriamo i più grandi successi. La banda si è poi trasformata, come da un po’ sa fare, in orchestra, con un concerto per fiati. È un salto di qualità che il presidente Cutruzzolà e il maestro Tedesco hanno stimolato ai bandisti, traendo da loro le migliori qualità sia individuali sia collettive. Soverato ha molti tesori, e la Pacicca è tra questi, e non certo il meno importante; bisogna conoscerla meglio, e utilizzarla in occasioni culturali e sociali. Intanto, ad maiora. Ulderico Nisticò
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