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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò |
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I NOSTALGICI DEL PASSATO CHE PASSÒ
Ragazzi, quando nel 1887 c’era a Soverato il lido San Domenico, e da lì a poco quello Colacitti, ancora in quasi tutta Europa il mare evocava timori di turchi o di mostri marini; quando negli anni 1930 – ci sono foto a iosa – a Soverato si facevano eleganti e allegri bagni, in quasi tutta Italia il mare lo si conosceva solo per le colonie obbligatorie del Fascio; quando nel 1954 costruirono il Miramare, una struttura turistica pari non c’era da Taranto a Reggio. Quando a Soverato gli stabilimenti balneari si contavano a decine, ancora i pochi coraggiosi scendevano al mare nei pagliai. Quando c’era il campeggio Internazionale, chi se la sognava, una cosa del genere? Visto che so fare il nostalgico pure io! Ahimè, sed haec olim fuere, commenterebbe Catullo. Acqua passata, per dirla alla buona. Oggi miramari e lidi e ombrelloni si trovano nei posti più sperduti; oggi, se uno vuole sentire musica, ci sono aggeggini non più grossi di un’unghia che contengono migliaia di canzoni; e se cerca una discoteca, ebbene, non è un povero grammofono ad alto volume, che a Soverato chiamiamo discoteca come il parente lo chiamiamo turista e se io vado in bici fino a Muscettola, dicono che sono una maglia rosa del Giro. Un caffè a chi, inferiore ad anni 50, sa dov’è Muscettola. Insomma, se qualcuno ancora pensa di attirare gente con il mare, gli ombrelloni, i miramari e i grammofoni, vive ancora negli anni 1887, 1954, massimo massimo 1975-80, e non certo nel 2011. Attenzione qui. La nostalgia non è esattamente memoria del passato, ne è la reinvenzione: come quegli adulti quasi anziani che raccontano ai nipoti “Ai miei tempi sì che si studiava!”, o, con la stessa spudoratezza, “Ai miei tempi sì che si sapevamo divertire”. In realtà il tapino non ha battuto un chiodo ed è rimasto un ciuco, però si reinventa il passato. Così i nostri, dicendo una cosa vera, che venne qua, che so, Enzo Tortora a presentare una cosa – ed è così: ne conservo da qualche parte l’autografo – lasciano sottintendere che la cosa, o altre simili, avvennero tutte le sere, e non, come fu, una volta sola! Comunque non ne succedono più almeno dal 1980. Idem per motonautica, paracadutisti, premio letterario... Olim, un tempo! Prendere atto della realtà è il primo passo verso la ricerca di un rimedio. I nostalgici del passato che passò sono liberi di sognare, ma in silenzio, affinché non diffondano funeste illusioni. Soverato può tornare a fare turismo, ma occorre una radicale, e non indolore, revisione generale dell’offerta. In breve: - il turismo di svago estivo dura sì e no qualche ora di qualche giorno d’agosto; puntiamo invece sul turismo di famiglia, di riposo, di studio, religioso, di salute, culturale, che può durare sei mesi; - basta con gli improvvisatori: il turismo è una professione come tutte le altre, e ha le sue regole professionali; - l’immagine di Soverato fa affidata a chi sa e sa fare: vedi, in positivo, la guida della Proloco; in negativo, Annibale e ci manca solo lo sbarco di Ulisse! - urge stroncare il malcostume illegale degli appartamenti in nero, e di livello bassissimo, e che hanno abbattuto la qualità della domanda; a una tizia è accaduto che non le hanno dato manco le lenzuola! Eccetera. Ulderico Nisticò
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