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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò |
Numero 317 - Per eventuali Commenti su questo articolo scrivere a: info@soveratoweb.it |
Soverato come Napoli?
Non possiamo andare avanti a rattoppi, qui occorre una soluzione sicura. E poiché “natura delle cose è il loro nascimento”, andiamo a vedere com’è nata la faccenda. Viene costituita una società mista, la Schillacium; sua ragione sociale e finalità, se non sono male informato, è l’utilizzo della spazzatura non per sversarla in una buca di Alli o altrove, ma per lavorarla e ricavarne tutti quei materiali che, riciclati, possono divenire non una spesa, ma un guadagno. Se si tratta solo di portare l’immondizia in una discarica, a che serve la Schillacium o qualsiasi altra società con privati? Se, più esattamente, questa società ha come sole entrate le quote dei comuni, perchè i comuni non spendono in proprio, con quattro spazzini e un camion? O, per essere ancora più espliciti, in che cosa la parte privata contribuisce al bilancio della Schillacium? E perché dei privati sono entrati nella società, se la società non guadagna con il riciclaggio? E ancora: perché ogni tanto vediamo raccattare la carta e mai la plastica, il ferro, il vetro? Orbene, lasciatemi rivolgere tali domande a tutti i soggetti pubblici e privati che costituiscono la società Schillacium, ovvero presidente, consiglio di amministrazione, sindaci eccetera; riassumendole in una: perché non viene effettuata la raccolta differenziata con conseguente riciclo, trattamento e vendita? Se non rispondete, dichiarerò, anzi voi stessi dichiarerete di essere nel torto. Ci sono comuni, ovviamente nel Nord Italia, che ricavano dal riciclo tanto da esonerare i cittadini dalle imposte. Ci guadagnano, dunque, da quello che per noi è una spesa a vuoto.Ulderico Nisticò
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