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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò |
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Cumuli di immondizia e riciclo che non si fa
Siccome non si ha la buona educazione di rispondere, e siccome la sola risposta che esce dal cuore e dal fegato del calabrotto medio è “Per assumere mio cugino”, e invece non è così, sciolgo da solo l’enigma. La Schillacium nacque per utilizzare i rifiuti, riciclarli, scartare i materiali ancora buoni, trattarli, rivenderli e guadagnare. Non nacque per prendere in blocco sterco come plastica e alluminio e portarli ad Alli, giacché questa brutale attività può essere benissimo svolta dai comuni per mezzo degli spazzini detti oggi anche operatori ecologici: è politicamente più corretto, e consente di gabbarli meglio. La Schillacium non fa nulla di ciò per cui è nata: non ricicla; e fa quello per cui non è nata: sversa spazzatura in una discarica che prima o poi scoppierà. Gli intellettuali la cui unica fonte di informazione è il libro di testo omaggio staranno storcendo il naso; e Antonio Procopio stringerà stizzito la folta barba: a proposito, non esiste, è il solito vigliacchetto anonimo, e non vi dico cosa penso della madre. Gli intellettuali dunque non sanno che interi comuni, ovviamente della Padania, che invece esiste, hanno esonerato i cittadini dalle imposte perché guadagnano con il riciclaggio; e la spazzatura è per loro una fonte di reddito, non un problema o uno spettacolo schifoso. Ecco perché il Nord d’Italia è tra le aree più ricche del mondo, e la Calabria è e resta la più povera d’Europa. Conclusione: o la Schillacium una buona volta si decide a fare quello per cui è al mondo, cioè ricavare soldi dall’immondizia, o la si scioglie, giacché, Alli per Alli, ci possiamo pensare da soli. Come si fa a guadagnare con i rifiuti? Si chiede alla Regione di scucire un poco dei soldi che hanno ottime probabilità di tornare a Bruxelles come ai tempi di Loiero, Pino Nisticò, Chiaravalloti, Olivo, Rhodio, Guarasci e aiutatemi a dire; si crea un impianto in una delle infinite aree abbandonate delle Preserre e Serre e Aspromonte. Si mette a lavorare la gente, si vende il prodotto. Con il resto, se è umido, si fanno i fertilizzanti; se è solido e non riciclabile, si produce energia. Protesteranno senza dubbio gli ecologisti della domenica, gli amici dei petrolieri e le mamme che vogliono per il figlio un posto di dirigente megagalattico e sotto casa: basterà fregarsene. Arriverà la mafia a chiedere una tangente? Basterà arrestare i mafiosi. Maroni lo stava facendo: chissà se il governo dei professoroni continuerà questa meritoria impresa? Temo di no, temo un dilagare di convegni antimafia segue cena. Ulderico Nisticò
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