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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò |
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Politica culturale? Chi l’ha vista?
Citato e chiamato in causa, invito i presenti a riflettere su due concetti: che non si può fare della storia in una terra in cui la cultura ufficiale conosce solo lacrime, emigrazione, piagnistei e terremoti (lo hanno fatto dire persino al Santo Padre!); e dove non esiste, da parte delle istituzioni, alcuna coerente politica culturale. Parliamo di questo. Da quando c’è, la Regione Calabria ne è priva; tutti i presidenti scelgono, o si fanno imporre per assessore un inoffensivo professorino abbastanza istruito per non sbagliare la grammatica in pubblico, e non tanto colto per dare fastidio e porre una qualche problematicità; gli si mette in mano una piccola cifra, quanto basta per aiutare amici di loggia, cosca, partito, “club service” o semplicemente cena, ma del tutto insufficiente a qualsiasi progetto, ammesso e non concesso che il docentino ne concepisca uno o sia in grado di capirlo se glielo suggeriscono! Tranquilli, tanto non succede. All’oscuro, o vagamente informato, di italiano, latino, greco, storia, geografia, arte, filosofia, scienze varie eccetera e in genere, e figuratevi se applicate alla Calabria, al dottuccio locale non resta che l’arma segreta di tutti quelli che dallo Stretto al Pollino non hanno niente da dire: l’antimafia. Ragazzi, anche il più sprovveduto dei passanti è capace di uno sproloquio antimafia: mezzo chilo di chiacchiere sulla scuola; un chilo di fiducia nella magistratura (beh, Giglio e Giusti a parte… ); sale q. b. Ecco dunque perché la Calabria non vede un bel niente in fatto di archeologia classica e di ogni altro tempo, compresa quella industriale borbonica; e in fatto di storia eccetera; e si fa passare sotto gli occhi le occasioni: le ultime, il centenario di Telesio finito a passare soldi a Battiato; e il centenario di Giglio… Eh, c’è Giglio e Giglio! Quello del centenario sarebbe Luigi, noto anche come Lilio, che fece una sciocchezzuola: riformò il calendario detto gregoriano, auspice il Sirleto; a proposito, si avvicina pure il centenario di quest’altro illustre calabrese, e tutti muti come pesci quando vanno a passeggio con le tartarughe. Ne ho parlato con un altro politicante indigeno, ma, trattandosi di Sirleto e non di provole, l’antico cardinale è caduto nel vuoto. Tutto il resto, zero. Un film sulla Calabria? Solo se i Calabri appaiono brutti, poveri e mafiosi, tranne uno bello e giovane che però gli sparano subito, e giù convegni antimafia segue cena. Insomma, con queste premesse vi meravigliate che non si faccia un accidenti per salvaguardare il patrimonio culturale materiale e immateriale? E niente manco per uno straccio di turismo culturale? Sarei ingiusto, però, se scordassi che iniziative culturali private se ne tengono; stasera stessa sono a Tiriolo per un incontro sulla solita unità d’Italia, o contro, se preferite; ed è la mia ennesima operazione del genere, quest’anno; e sempre con tanta gente, tranne i politicanti e il TG3. La Calabria reale è molto migliore di quella legale, solo che è senza organizzazione. Ulderico Nisticò
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