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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò |
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Fondazione Calabria Roma Europa: chi l’ha vista?
Non per sapere i fatti degli altri, ma la Fondazione Calabria Roma Europa, che fine ha fatto? Ma come, ci hanno mostrato, a favore di TG3, l’inaugurazione, una megacerimonia galattica, con puntigliosa notizia sulla presenza di ben 1.500 persone, dico mille e cinquecento, un reggimento! Seguì cena? Cerco, in mancanza di altre informazioni, in internet, e trovo che la Fondazione dichiara di aver condotto un’attività, però nel Veneto. Misteri della geografia. In Calabria, fino a tutt’oggi, nulla. A Roma, tanto meno. Ma bisogna aver pazienza, nella vita. Se non hanno fatto finora, magari per avverse condizioni atmosferiche, sarei curioso di sapere cosa intendono fare per l’avvenire. Chiederà qualcuno: ma che te ne impipa? Personalmente, niente; ma leggo le più prosopopaiche dichiarazioni di politici e politicanti, secondo cui la gloriosa Fondazione è destinata a magnifiche sorti e progressive, e a segnare l’inizio di chissà quale luminoso progresso per la Calabria, anzi pure per Roma e per l’Europa. E siccome di queste promesse e annunciazioni è piena la cronaca calabra, e poi non succede un accidenti, non vorrei che anche i mille e cinquecento plauditori dell’iniziativa vadano ad aggiungersi all’Isotta Fraschini, alla SIR, a Saline, e ai Premi Nobel che, secondo Pino Nisticò, dovevano salvare la Calabria, e ai sorrisi beati di Chiaravalloti e alle prediche biascicate di Loiero, e alle rivoluzioni culturali che sono state buccinate da tutti gli assessori al ramo, compreso l’attuale Caligiuri, e ai convegni antimafia segue cena, e all’Università di Soverato, e poi di tutto ciò e quant’altro non abbiamo visto manco la polvere. Vedete, gentili lettori, per me le cose esistono se hanno un peso, una forma, una sostanza. Alle favole non ci credevo quando avevo tre anni, figuratevi ora. E di inaugurazioni in edizione unica, di inaugurazioni di capannoni vuoti e di organizzazioni inerti ne abbiamo patite, e pagate, già abbastanza. Per farla breve, concluderò come quando, da militare, mandavo i fonogrammi, e, nel loro strano stile, li terminavo così: Pregasi notiziare. Per favore, notiziatemi. Ulderico Nisticò
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