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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò | |||
Numero 353 - Per eventuali Commenti su questo articolo scrivere a: info@soveratoweb.it |
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Don Marino Leo, il professore!
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Possedeva, quest’uomo serio, il dono raro di un’ironia mai banale e prevedibile, mai fastidiosa, e alcune sue battute rimasero proverbiali; e non di rado la estendeva anche ai grandi della nostra poesia. Tutti i suoi allievi abbiamo imparato anche questo da lui. Era un grande professore, ma era molto di più e di meglio che un professore, e insegnava quell’arte del dubbio senza la quale non c’è sapienza. Come tutti i grandi, amava chi gli si sapeva opporre, e disprezzava il servilismo e i servi. Per questo Egli e io ci siamo sempre voluti bene, litigando fin da quando, preside, venne a supplire in IV ginnasio e dopo un quarto d’ora mi aveva già messo fuori dalla porta; o quando, esaminandomi in V ginnasio, con gesto di sfida mi domandò a bruciapelo di parlare di un argomento sperduto dei Promessi Sposi, la bimba Bettina, e, fingendosi punto, era in realtà orgoglioso che avessi risposto al volo e con la spavalderia cui Egli mi stuzzicava! A quando, esaurite le frasi pronunziabili, fece ricorso, nei miei confronti, a terminologia qui irriferibile; a quando lo ebbi anche preside, io in veste di professore. La sua morte è per me, come per molti, un dolore personale, un vuoto. Ma so che qualcuno lo ha anche molto odiato, come accade spesso alle forti personalità. Era ammantato di meritato onore – venne insignito di Medaglia d’oro alla cultura del Ministero P. I. – e, con discrezione, esercitava con autorevolezza un certo potere. Dovunque era onorato e potente, tranne che all’interno della sua Congregazione, che non gli assegnò mai alcuna carica non strettamente scolastica. Contava molto anche in Soverato, tuttavia con stile, con tatto. Soverato, con un segno tangibile di riconoscenza, dovrebbe degnamente ricordare don Marino Leo. Ulderico Nisticò
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