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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò |
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Liberalizzazioni soveratesi
Era il lontanissimo anno 1976, ed io iniziavo la carriera di professore che il 31 agosto scorso è finita: pensate quanto tempo fa! Quell’anno, nella veste di segretario della Sezione del MSI, presentai in più sedi un esposto volto a ottenere che Soverato, allora quinta città della provincia di Catanzaro di quel dì, vedesse aprire una seconda farmacia accanto all’unica che c’era; solo qualche anno dopo ne fu aperta una a Soverato Superiore. E facevo notare che, a parte i diecimila abitanti fissi, Soverato era ed è città di flusso e di turismo, eccetera. Ciò io sostenevo nel 1976. Nel 2012 la situazione è la stessa identica. Ebbene, quanto non ho potuto ottenere, e chissà perché, per vie di leggi, magari lo posso vedere oggi per effetto delle liberalizzazioni. Come diceva la mia bisnonna molto saggia, Duva non pota Domini, pota Sdomini. Perché parlo in prima persona quando dovrei ricordare che con me c’era anche un’altra persona? Ma perché voglio divertirmi ad aspettare se l’altra persona dichiarerà che c’era e voleva un’altra farmacia; e spiegare perché quando dall’opposizione passò al potere – beh, all’odore del potere -, non ha più nominato la farmacia manco per comprarsi un’aspirina. Io, in fondo, sono cattivo, molto cattivo. E veniamo ai negozi e ai loro assurdi orari. Di grazia, gentili esercenti di botteghe di abbigliamento, voi davvero sperate che nel cuore della Canicola estiva e trenta gradi all’ombra, qualcuno alle ore 17,00 venga sudatissimo a misurarsi un paio di pantaloni invece di restarsene quasi nudo al mare? Magari alle 22,00, o, per gli insonni, alle 0,00, uno potrebbe pure farsi venire la fantasia; ma alle 12,00, quando i gradi sono quaranta… Ecco un bell’esempio di liberalizzazioni utili, se qualche coraggioso commerciante deciderà di chiudere baracca tutto il giorno e andarsene sulla spiaggia, e aprire dopo cena, dalle 22 fino a notte? Forse dei bagnanti, dopo la terza o quarta sofferenza di ciondolante passeggiata sul Lungomare, e morti di noia, potranno persino sperare di distrarsi un poco facendo spese sul corso e vicoli. Coraggio, liberalizziamo. Ulderico Nisticò
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