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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò |
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Quieta movere
L’Italia ha un disperato bisogno di cambiare. Il Codice Penale è del 1930, quello Civile è del 1941, ottimi entrambi, ma pensati per condizioni assai diverse. La Scuola conserva l’impianto generale del 1923 voluto da Gentile, e la sola riforma sostanziale che vi è intervenuta è quella del 1939 di Bottai. La burocrazia è quella napoleonica e murattiana, conservata dai governi preunitari e da quelli unitari, anzi andata crescendo con le Regioni e la riforma sanitaria. Eccetera. Qualsiasi cambiamento delle cose la vedo con il massimo entusiasmo: se sarà per il bene, l’approverò; se sarà fatto male, allora spererò nella mia vecchia e indomita illusione sessantottina del tanto peggio tanto meglio. Tanto del presente non ho nulla da conservare. A questo punto, mi domando: se in Italia c’è Monti che, a torto o a ragione, comanda solo lui, perché non possiamo avere un Monti, un Montino anche in Calabria? Non toccherebbe anche a noi la dubbia fortuna di un dittatorello locale, il quale, senza starsela a pensare, mandi ogni giorno decreti sulla qualunque, e se ne freghi, come Monti se ne frega, dei partiti e dei sindacati, e di tutte le posizioni di comodo e dei diritti acquisiti? Il Montino calabro dovrebbe prima di tutto spendere i fondi europei fino all’ultimo centesimo, quello che la Regione non fa dal 1970 a oggi, di sedicente sinistra o sedicente destra che sia; e, per ottenere tale prezioso risultato, dovrebbe ordinare ai funzionari di redigere i progetti; il che, stante la loro nota incapacità, comporterebbe una specie di licenziamento di fatto: paghiamoli pure, però a patto che si mettano in ferie e non tornino per sei, per sessantesei mesi mesi: costerebbero lo stesso, però non farebbero danno. È banale precisare che, in presenza di una dittatura paramontiana, non saranno necessari la Giunta e i consiglieri regionali, che possono benissimo essere utilizzati per lavori pesanti. Tranquilli, politicanti e intellettuali calabrotti, il mio è solo un dolce sogno; per voi, sarebbe un incubo, ma per me è come quelli che versa sulle palpebre la regina Mab di Shakespeare. Purtroppo è solamente un fenomeno onirico. Ulderico Nisticò
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