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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò |
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RIFIUTI ZERO: QUANDO ANCHE NOI?
Detto questo, veniamo a cose serie. Il convegno congiunto di Lyons Soverato, Rotary e Fidapa – meno male che s’inizia a collaborare – è stato un momento di particolare interesse per i nostri problemi e per le possibili soluzioni. Soverato ha fatto dignitosa figura, e per l’organizzazione e per il numeroso e attento pubblico, e per la competenza degli interventi. Ha fatto invece la solita figura dei perecottari la Regione, il cui assessore all’ambiente è sì venuto, ha sì tenuto un comizi etto assai più lungo che sostanzioso, ma se ne è andato senza ascoltare le relazioni e le proposte. A parte la dimostrazione della ben nota pochezza della classe politica calabrese di tutti i partiti (tanto, per loro, è uguale!), piango la pessima impressione che l’ospite toscano riporterà certo e trasmetterà di noi; e avrà avuto ragione. L’esperienza dei rifiuti zero, cioè del riutilizzo di tutto, è parsa convincente. Magari riuscissimo, in Calabria, e a Soverato, a riciclare e riutilizzare non dico tutto, ma almeno due terzi, metà. Attualmente siamo a zero, non nel senso di rifiuti zero, nel senso di riuso zero, riciclaggio zero, guadagni zero, e spese enormi e mucchi di spazzatura. Ma non disperiamo per l’avvenire. Se il Comune, o piuttosto un consorzio di Comuni, con l’ausilio di una ditta privata, riuscissero a creare degli impianti adatti, ciò darebbe lavoro a molti – lavoro, non posto! – e consentirebbe risparmio e alle casse pubbliche e alle tasche dei cittadini. È ovvio e banale, non occorrono altre parole. Occorrono fatti. Come trovare i soldi per l’investimento iniziale? Facilissimo: si va, non con il cappello in mano ma con faccia tracotante, alla Regione, e si intima si tirare fuori i soldi subito e in contanti, prima che altri milioni volino verso Bruxelles insieme ai primi 150 e ai 36 per il cinema. A proposito, sto aspettando una smentita: se non arriva, vuol dire che è vero! Serve anche una mentalità… eh, non serve una mentalità nuova, ne serve una vecchia, vecchissima. Una volta, e non ai tempi degli Enotri, fino a pochi anni fa, nessuno gettava via niente, e perché c’era poco da gettare via, e perché si riutilizzava tutto. La padella, essa stessa lasciata in eredità dalla nonna e dopo altre infinite fritture, quando non era proprio più buona si bucherellava per la castagne; l’olio e i grassi, facevano il sapone; le mollichine del pane, alle galline; tutti gli avanzi, più acqua, ecco il pastone, detto volgarmente vrodata, per il maiale. In campagna poi, qualsiasi cosa era utile per palo di vigna, per staccionata, per tettoia di legnaia, per rete di pollaio… Una rete di letto usata per recinzione l’ho vista… penserete nella povera Calabria arretrata? Ma no, andando in treno da Londra a Canterbury. Poi ci hanno riempito la testa di sogni, e siamo diventati improvvisamente nababbi e miliardari, e via tutti con l’usa e getta, anche il cibo, anche oggetti ancora validi. Abbiamo arricchito il capitalismo mondiale e ci siamo impoveriti noi. Ma facciamo ancora in tempo a tornare sui solidi passi della saggezza dei nonni. Coraggio, dunque, Soverato: avanti con la raccolta differenziata e tutto il resto. E alla svelta: Soverato spreca ogni giorno un fiume di euro nella discarica di Alli: e paga pure!Ulderico Nisticò
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