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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò |
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Crisi cloroformizzante
Non dico, ovviamente, di prendere posizioni pubbliche e firmate: non sia mai; e non faccio alcun conto delle uscite ufficiali di quel poco che rimane dei partiti, anche quelle del resto blande ed estemporanee: dico che non si sente una sillaba manco sul Lungomare e sul Corso, nemmeno si mormora. Anche i Claudio Maria e Caterinella e Iolanda e altri fasulli sono in preda al cloroformio. Tutto questo è molto preoccupante. È grave che i giovani non protestino, non parlino, quelli che non hanno ancora preso la via dell’esilio, e che si aggirano per le strade senza manco cercare un lavoro, e che pure sono bi e trilaureati eccetera. Regola vorrebbe che almeno loro si agitassero un po’, si organizzassero non dico per la rivoluzione ma almeno per una piccola protesta, per far sapere che esistono. Che fine hanno fatto le associazioni, i quartieri, i gruppi: fatte le pochissime e debite eccezioni? E i corrispondenti dei giornali, specializzati in buonismo ottimistico assolutamente infondato e fuori tempo; e il TG3 sempre a Varapodio? Insomma, non c’è una crisi di quelle che spingono a reagire; vaga una depressione lenta e sorniona, triste e degenerativa. E, quel che è peggio, ammantata di normalità e quotidianità. Ah, dimenticavo di farvi notare che i negozi chiudono e l’economia è ferma. E la depressione genera altra depressione. Ci vuole un qualcosa che svegli Soverato. Ulderico Nisticò
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