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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò |
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My land e la Calabria vera
Martedì 20 invece la Casa del cinema di Catanzaro, per iniziativa di Eugenio Attanasio, ha proiettato “My land” di Maurizio Paparazzo, soggetto e sceneggiatura di U. N., Vittoria Camobreco e dello stesso Paparazzo. Ne è seguito un denso e partecipato dibattito, in cui gli intervenuti sono giunti alla conclusione che “My land” è un film vero che raffigura la Calabria vera, e invece i piagnistei antimafia segue cena e altri lacrimatoi no, non sono la verità; perché in Calabria è vero che abbiamo tanti problemi, però anche gli altri non stanno tanto meglio, solo che le magagne non le sbattono in piazza per camparci sopra. La nostra classe politica, commento io, è quella che è, però in Lombardia stanno arrestando la Regione di centrodestra, e in Emilia Romagna la Regione di centrosinistra, ed entrambe sono nel mitico Nord, dove, secondo l’ingiustamente celebre Putnam, sono onesti e invece noi del Sud abbiamo il familismo amorale: una versione solo in apparenza meno rozza di Lombroso. Noi abbiamo la mafia, ma anche in America, in Giappone, in Russia… e se leggiamo la letteratura francese e inglese dell’Ottocento, era mille volte più sicuro passeggiare di notte per la Sila che di giorno nel mezzo di Londra o Parigi in mezzo ai Thenardier e Jack lo Squartatore forse parente della regina. Insomma, un terzo dei nostri guai sono genuini, gli altri due terzi se li inventano gli intellettuali depressi, isolati e aggobbiti. “My land” è stato scritto e girato a Soverato, Gasperina, S. Andrea, aeroporto di Lamezia; tra monumenti antichi e mondo postmoderno; tra abbuffate di stile arcaico e diete zen; tra amori trasgressivi e difesa della tradizione. È la Calabria vista da un’emigrata americana che deve fare i conti con l’insoddisfazione dell’età e di un matrimonio felice e conflittuale: come sono quelli veri. Cose che succedono in Calabria? No, cose che succedono dovunque, perciò anche in Calabria, dove non è vero che siamo meglio degli altri ma nemmeno è vero che siamo peggio o tanto diversi! Le storie che s’intrecciano sono incompiute come è ogni vita che si rispetti, perché ogni viaggio è meglio di qualsiasi arrivo. Insomma, un film dove c’è della calabresità, che però potrebbe essere ambientato quasi in ogni altro canto del globo. Finalmente, bravo Maurizio, una Calabria normale. Per chi ha una mentalità burocratica, il film è già stato molte volte proiettato; e premiato a Lecce al Festival del film turistico. Ulderico Nisticò
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