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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò | |||
Numero 394 - Per eventuali Commenti su questo articolo scrivere a: info@soveratoweb.it |
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Francesco II e la Regione Calabria
Siamo nel 2012, ultimo anno dei fondi europei; non solo di questi, 2007-12, ma del tutto: dopo il 31 dicembre non ce ne daranno più. Ebbene, stanno uscendo dei bandi, in questi giorni, fine aprile; è facile immaginare come andrà: ci saranno un paio di mesi tre, per la presentazione; e intanto s’è fatto agosto, e tutti al mare; verso l’autunno, prime letture; ricorsi; scoperta che il tal bando è scritto sbagliato… insomma, arriva il 31 dicembre, e tanti saluti. Attraverso questi procedimenti la Regione ha rimandato all’Europa tanti di quei soldi che avrebbe potuto lastricare la Calabria tutta d’oro. La Regione sempre, da Guarasci a Scopelliti passando per gli altri. Quali sono le cause dello scempio? Secondo me, due: 1. I funzionari e impiegati sono pigri e incapaci; 2. I presidenti e gli assessori sono privi di quell’autorevolezza che permetterebbe loro di impartire ordini e pretendere di essere obbediti. C’è anche una terza causa: l’opinione pubblica, cioè tutti i calabresi escluso me, sono gentili, accomodanti, amiconi, perbenisti; e quasi tutti sono iscritti a qualche “club service” cui è iscritto anche l’assessore e il funzionario; oppure sta nella stessa loggia massonica; oppure, come Francesco II, aspettano con pazienza. E passi per i vecchietti, sempre tranne me. Ma i giovani, condannati alla disoccupazione o all’emigrazione, e che non protestano, quelli non li capisco proprio. Dovrebbero essere tutti i giorni sotto la presidenza e gli assessorati a pretendere che i fondi europei vengano spesi, direi sperperati fino all’ultimo centesimo. Ragazzi, fanno meno male i ladri che gli incapaci. Ai tempi di Francesco II i generali erano imbecilli, gli ufficiali ignoranti; ma i soldati almeno erano coraggiosi e decisi, e più di loro gli insorti ingiuriati briganti. Oggi, sempre escluso me, in Calabria ci sono solo pecorelle e coniglietti, a parte i ciuchi. Ulderico Nisticò
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