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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò |
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Il teatro, Soverato e i Sognattori
I Sognattori di Tonino Pittelli sono più anarchici e imprevedibili. Li puoi trovare a misurarsi con l’umorismo, o con un’apparente comicità farsesca; o in momenti di intensi contenuti etici; o con ruoli e vicende tragici ed epici; e ora in piccoli gruppi molto affiatati, ora in spettacoli imponenti e corali. È sorprendete, a volte, questo passaggio dall’uno all’altro stile: ma questo è il teatro, diventare sempre qualcun altro restando se stessi. È per questa ragione profonda che Pittelli e i Sognattori vantano tanta meritata popolarità. Tragico o comico, diverta o turbi o faccia pensare o tutte queste cose assieme, il teatro è sempre in qualche modo meta teatro e rapporti tra spettatore e attore. Non si sta a teatro se non partecipando emotivamente, e, direi, senza un’educazione al teatro. E l’attore diventa in qualche modo il suo pubblico. L’autore di teatro, per dire anche di lui, è uno che si costringe a provare i sentimenti degli altri, attribuendo ai suoi personaggi una piccola parte di sé. Ma il testo diventa teatro quando un regista lo adotta e lo fa suo, quando degli attori entrano nelle parti. È un patrimonio di tutti, il teatro; e bisogna che lo sappiamo esaltare e conservare.Ulderico Nisticò
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