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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò |
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O mafia o antimafia: segue cena.
Se per ogni convegno o marcia o libro o film o servizio tv o articolo antimafia un solo mafioso si convertisse, ci vorrebbero più conventi di quanti ne conta il mio padre Fiore nel XVII secolo, ben quattrocentocinquanta; finché quel sant’uomo di papa Innocenzo X, a dimostrazione che santo non vuol dire pollo, ne chiuse uno su tre: fulgido esempio per gli Enti inutili. Ce ne vorrebbero quattromila cinquecento, di monasteri, per tutti i mafiosi convertiti dagli infiniti convegni eccetera. E invece non si converte nessuno, tanto meno si costituiscono; e se dei mafiosi finiscono catturati, è all’antica, con i metodi muti delle polizie, non certo a seguito delle chiacchiere sulla legalità. A che servono allora, i convegni eccetera? Beh, vi dico come la penso. Potrei anche sbagliarmi, ma non credo. 1. Servono a fruire di una fettina dei nove milioni di euro stanziati dalla Regione, assessore antimafia Caligiuri. Segue cena. Al suddetto, non chiedete interventi per la Cultura, quella vera: vi risponde che non ci sono soldi. 2. Tranquilli, io non sono Beppe Grillo da piazza, e, buon discepolo di Tacito, vado sempre in cerca di motivi più profondi sotto le apparenze. E quali? Beh, prendiamo un sindaco che due o tre volte l’anno faccia, a spese del Comune più Regione, un bel po’ di scena antimafia, invitando ecclesiastici, generali, giudici, giornalisti. E immaginiamo che il sindaco sia un ladro: secondo voi, sarà tanto facile incriminare un così bravo sindaco antimafia? Ovvero, l’antimafia di copertura. 3. Un altro esempio. A Locri, dopo Fortugno, accolsero con gioia la proposta di alcuni fanciulli di aprire una radio antimafia; e via centocinquantamila euro (150.000!). Alla faccia della radio! Un giorno si scopre che il tutto è in una stanza buia, ancora imballato. Non ci vorrebbe un’inchiesta, e qualcuno non dovrebbe pagare e con la galera e con i soldi? Ma, secondo voi, si possono incriminare dei ragazzi che marciano contro la mafia, e sono così carini? Vi piace, come esempio, storico? Giuro, è storico! 4. E anche la moglie di Fortugno, onorevole del PD, è sotto pesante inchiesta. Che fine ha fatto? Non è manco dimessa dalla commissione antimafia. Già, antimafia: vedi i precedenti punti 2 e 3. Ovvero, l’antimafia di copertura? 5. Un anno, mi pare fosse il 2006, si venne a sapere che ben dodicimila politici calabresi erano stati minacciati dalla mafia. La prima riflessione: ma quanti accidenti di calabresi campano di politica? Servissero almeno a qualcosa! Torniamo all’antimafia. Di questi dodicimila, nessuno venne mai fatto oggetto di atti di violenza: delle due è l’una, o si erano accordati con la mafia, o, e io penso sia così almeno al 98%, non era vero niente, solo un trucco per campagna elettorale; oppure per convegno, e vedi a questo proposito il punto 1, poi quelli 2 e 3. Codice Penale alla mano, se uno dice di essere minacciato e non spiega perché e da chi eccetera, è reato di reticenza. Quanto precede, e quant’altro, spiegano perché io non metterò mai piede ai convegni antimafia segue cena. Mi hanno messo a dieta, perciò, ahimè, non m’interessa nemmeno la sola cosa genuina: la cena. E siccome siamo in tantissimi a pensarla come me in privato, non è ora di protestare contro i soldi sperperati, le ore di scuola perse, i libri illeggibili eccetera? In buona fede, dico. E immaginate quando la fede non è manco buona! Ulderico Nisticò
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