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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò |
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Bella pensata da Sant’Andrea
Un altro passo avanti, e si può fare qualcosa di simile anche con i terreni abbandonati, che sono un’estensione sterminata in tutta la Calabria, con le conseguenze della mancata produzione agricola, della fine del ceto contadino, e del pericolo di incendi e alluvioni. Si tratta quasi sempre di particelle catastali piccolissime, spesso con più proprietari ciascuna, ammesso che le eredità siano state regolarizzate, del che dubito. Per produrre qualcosa di serio, occorrono delle unità agrarie minime: mezzo ettaro per le rose pregiate, ma per i cereali ci vogliono ettari a decine, eccetera. Se qualcuno, intenzionato a procurarsene una, volesse comprare i pezzettini confinanti, si troverebbe di fronte a difficoltà intricatissime: cercare i proprietari, quasi sempre emigrati, metterli d’accordo, trovarsi di fronte a pretese esorbitanti, e spendere di atto notarile eccetera assai più del valore, in genere modesto, del terreno. Non scherzo: ho io una particella catastale a confine, di ben 190 metri quadri, cioè cinque metri più di casa mia, e risulta intestata a sei, dico sei persone! Trovale! Soluzione? Se un appezzamento è incolto da più di dieci anni, il Comune se lo fa donare con lo stesso metodo Frustaci, e lo affitta, a prezzo simbolico, a chi intende lavorarci davvero. Sono le buone idee che vincono, alla fine. Bravo, Gerardo. Ulderico Nisticò
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