|
Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò |
Numero 406 - Per eventuali Commenti su questo articolo scrivere a: info@soveratoweb.it |
Uccialì, chi era costui?
Non fu il solo, anzi parecchi dei più celebri pirati ottomani erano di origine europea: Kair el Din, detto Ariadeno Barbarossa; Scipione Cicala, quello che saccheggiò Reggio, Badolato e Soverato nel 1594; e altri meno noti, tra cui quel Pietro Lampro di Davoli, la cui vicenda è stata scoperta da padre Bernardino. Alcuni moderni hanno ricamato interpretazioni sociologiche di quelle che si reggono con gli spilli, attribuendo le scelte a una posizione di protesta sociale dei poveri. Sono quelle cose che dette così paiono conviventi, poi uno riflette che Cicala era della famiglia dei principi di Tiriolo, e tutte le belle chiacchiere se ne vanno in vento. È che, nel XVI secolo, si verificò una globalizzazione che vide rapporti strettissimi tra luoghi remoti e molto più lontani da Algeri: Giappone, Cina, le Americhe, l’Angola… Da lì a poco avverrà il contrario, e nasceranno confini invalicabili. Ma allora era comune che cattolici cinesi venissero a studiare a Roma, e Matteo Ricci e altri gesuiti divennero funzionari di corte a Pechino; Francesco Borgia, principe di Squillace, fu viceré del Perù, e la chiesa di San Matteo mostra palesemente due cariatidi dai volti amerindiani. Altri tempi. Fu per questa mentalità che Ulugh si fece musulmano; ma anche molti prigionieri turchi catturati a Lepanto vennero condotti in Calabria come schiavi, e da lì a poco si convertirono. Di tutto questo ci parla un bel romanzo di Santino Oliverio (Ucciallì, il re di Algeri, Città del Sole 2012), un altro emigrato non depresso, medico a Prato, ma di Castelle quanti altri mai, e non nuovo alla letteratura. Un romanzo storico intreccia la creazione con la documentazione, e assolve alla funzione si sottrarre la storia alla pesantezza degli accademici e restituirla all’umanità. Sotto la penna di Santino, Uccialì non è un caso sociologico ma un essere umano vero, palpitante, contraddittorio, con i suoi amori e i suoi fastidi e le sue contraddizioni. Una lettura godibile e inquietante, che pone molti problemi e li risolse come sa fare la poesia: sfumandoli in immagini. Un libro da leggere e rileggere. Il libro è stato studiato dalla Media e dall’Alberghiero, che hanno presentato dei lavori. Seguì una raffinata cena offerta dall’Alberghiero medesimo e allietata da musiche e danze: complimenti alla Preside. Ulderico Nisticò
Per eventuali Commenti su questo articolo scrivere a: info@soveratoweb.it |
SoveratoWeb.Com - Il Portale di Informazione del Soveratese
|