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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò |
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Due serate e una mattina per la storia
Sabato 9, l’Istituto Superiore di Chiaravalle – ITIS, Liceo, Agraria – celebrava la giornata della Scuola aperta al territorio; su sollecitazione dell’ottimo dirigente, il prof. Vincenzo Gallelli, presente il sindaco Tino, il libro è stato presentato agli studenti e a molti professori, suscitando nei ragazzi intelligente interesse. La sera è stata la volta del Comune di Chiaravalle a volere inserire il libro in un convegno sul bilancio del Centocinquesimo, con la collaborazione di Tempo Nuovo e della Rete delle associazioni. Moderava Sergio Dragone, introduceva il sindaco e il convegno si onorava della partecipazione attiva, polemica e vivace del prefetto di Catanzaro, S.E. Antonio Reppucci; provocavano l’autore Maurizio Paparazzo e Fulvio Mazza. Il pubblico è stato particolarmente partecipe. Perché racconto queste avventure culturali? Ma perché è evidente che l’argomento del 1860 suscita ancora un forte, spesso duro dibattito culturale, e non lo si può liquidare né con la retorica risorgimentista blandamente tentata a livello ufficiale, né inventandosi dei buoni e dei cattivi che non esistono mai nella storia e nemmeno nella vita privata. Il libro narra i fatti – spesso pochissimo conosciuti anche dai testi scolastici – e usa un linguaggio volutamente freddo e scettico. L’Italia, secondo me, ha un disperato bisogno di verità, e non diluvi di eroi e martiri e puri idealisti. La realtà che attraverso “colpi di mano” condusse all’unificazione mentre tutti pensavano bastasse l’unità, non fu né santa né demoniaca, ma solo una serie di episodi, come quasi tutta la vicenda umana. Forse proprio perché libero da prevedibile letteratura da discorsi di circostanza, dicono che questo libro sia piacevole da leggere. Chi lo leggerà, giudichi. Ulderico Nisticò
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