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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò |
Numero 414 - Per eventuali Commenti su questo articolo scrivere a: info@soveratoweb.it |
Il commercio e il turismo a Soverato
1. Dagli anni 1980 sono venuti meno i commerci “all’ingrosso”, che per decenni erano stati il nerbo di Soverato e la ragione stessa della sua crescita. 2. A parte gli indispensabili negozi di generi alimentari e casalinghi, i più sono di abbigliamento, e raramente diversi da quelli che ormai si trovano dovunque; mancano o sono sporadici gli esercizi di alcune tipologie tecnologiche; quasi assenti quelli fornitori di servizi e consulenze. 3. La qualità è molto disomogenea, raramente alta. Troppi negozi campano solo con le svendite. I grandi centri commerciali costituiscono una concorrenza che può essere affrontata solo puntando su specializzazione e qualità. 4. Troppi negozi nascono come funghi e muoiono o subiscono misteriose metamorfosi di titolarità e tipologia. Ci vorrebbe un’occhiatina malevola. E ci vorrebbe anche un piano commerciale. 5. La zona commerciale è quasi la stessa del 1960: dal passaggio a livello alla stazione. Tutta la zona cooperative, tutta la Panoramica, Soverato Superiore e gran parte di via Trento e Trieste e Cuturella sono privi di negozi: colpa di discutibilissime scelte urbanistiche degli anni 1970. Se un concittadino abitante verso lo Stadio deve prendere l’auto per la spesa in Soverato, fa prima a Davoli e Montepaone. 6. Soddisfacenti e per numero e livello sono ristoranti e bar; mentre i posti letto in albergo sono scarsissimi; e negli ultimi anni troppi alberghi sono diventati condomini. Modesta è la qualità dei lidi, del resto popolati quasi solo da nostri stimati concittadini, e di facile contentatura a cominciare da me. 7. È urgente uscire dall’equivoco delle case in affitto in nero, che, fin dalle origini, hanno impedito in Soverato un turismo di medio e buon livello, e, in certi periodi, lo hanno abbassato fino allo squallore. E vale la regola che il turismo cattivo scaccia quello buono. Si cominci con il controllo di ordine pubblico: se dormo qualche ora in albergo devo subito esibire carta d’identità; se prendo in affitto una casa, no, e potrei essere un criminale o un agente israeliano o un terrorista palestinese sotto mentite spoglie di pacioso bagnante! Bastano un paio di indagini serie, e vedrete che tutti si convinceranno che l’affitto deve avvenire solo alla luce del sole e tramite agenzia. Bisogna imporre dei livelli decenti, a scanso di sorprese! Insomma, le case devono divenire stanze d’albergo. 8. È utile una politica di immagine e di attrazione. È anche compito di Comune e Proloco, ma lo è soprattutto di imprenditori e commercianti, i quali non devono esitare a investire energie e denari per sostenere buone iniziative, anch’esse solo se di qualità. Il forestiero va riportato a Soverato, e, una volta arrivato, si deve trovare bene e per accoglienza e per svago e per pulizia e per rapporto qualità - prezzo. 9. I parcheggi a pagamento o no sono del tutto ininfluenti: e se un forestiero ha paura di due euro per l’auto, non è certo quello che va a spendere nei negozi e ristoranti; i forestieri che vorrebbero passeggiare gratis, non entrano in alcun circuito economico, e perciò non interessano questo mio articolo. Quando ancora qualcuno ripete la trita frase “Quanta gente sul Lungomare”, non riflette che più gente vaga a zonzo sul Lungomare meno ne entra nei negozi! A Soverato servono turisti, non podisti! 10. Al lavoro! Ulderico Nisticò
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