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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò |
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Catanzaro andata e ritorno
Tornando, un tuffo al cuore. Già, anch’io, ogni tanto ne ho uno! Stanno buttando giù il grande cementificio di Sala. Eh, sono nato proprio di fronte, e la sirena delle cinque, quella della chiusura, l’ho ancora nelle orecchie. Ma da mezzo secolo quella defunta industria non produceva niente, occupava spazio, e fanno bene a levarla di torno. Addio a quel mio ricordo d’infanzia, fugit inreparabile tempus, panta rhei. Che fare, ora? Di solito la fantasia in materia è pochissimo sbrigliata e molto interessata, e dove c’è un pezzo di terra libero, le proposte sono sempre e solo due: o case, o un centro commerciale. Ma il territorio calabrese è stato già abbastanza devastato; di centri commerciali ne abbiamo già un visibilio; e, in tempi di calo demografico, ci sono già tanti più appartamenti che persone. Secondo me, al posto della cementeria starebbe bene una bella area polivalente attrezzata, con parco; piste ciclabili; recinti per far sgambare i cani; centri sportivi; piccoli ed eleganti edifici per biblioteche, musei, sedi di associazioni, convegni… Mi piacerebbe che a Catanzaro, ma anche in tutta la Calabria, se ne parlasse con scienza e buona volontà. Una volta tanto, apriamo un dibattito su quella cosa strana e in Calabria sconosciuta ai più che è l’urbanistica. L’urbanistica è quell’arte che non guarda a cosa possiamo guadagnarci stasera, ma a cosa sarà una città da qui a due o tre generazioni.Ulderico Nisticò
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