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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò |
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Ospedale pezzo pezzo
Ma, insegna il Vico, natura delle cose è il loro nascimento. Gli ospedali degli anni 1970 (circa: ce ne vollero 20 per aprire Soverato!) vennero messi in piedi per tutti i motivi che per la salute. Si parlava solo di “pianta organica”; e, subito dopo, di “ampliamento della pianta organica”, ovvero giardinieri, guardarobieri, armieri, campieri, artificieri; ovvero, prima l’assunto, poi inventare il posto dove assumerlo. Si chiamava la società di servizi, ed è stata la causa prima dell’attuale disastro economico, quando il contadino e l’artigiano vennero sottratti alla bottega e alla vigna e trasformati nocturno tempore in dattilografi e infermieri. Certo, c’erano anche i medici e gli infermieri veri, e, mediamente, il servizio reso dagli ospedali di Chiaravalle e Soverato è stato negli anni positivo. Ma al politicante e alla pubblica opinione il medico e la siringa erano solo pretesti per la “pianta organica” delle più disparate e inutili qualifiche. Intanto la medicina progredisce a salti di canguro, e quello che nel 1970 era progresso oggi è pezzo da museo. E allora sapete che mondo corre? Che chi ha un problema pesante, valigia e via altrove. Eh, mica solo a Milano: aspettate che finiscano la bretella di Squillace, e vedrete se i malati si fermeranno a Soverato o via al Pugliese o a Germaneto. E che fanno i medici e personale vario? Meno che niente, salvo aspettare la pensione. Dopo di me il diluvio? Così pezzo pezzo spariscono i reparti. Che fare? Niente, perché Soverato e dintorni non contano nulla né in politica né altrove. Quattro gatti di abitanti disseminati in 28 Comuni; manco uno straccio di consigliere regionale; i vari Franco Bevilacqua e Giancarlo Pittelli, votati anche qui, non si sa nemmeno se sono in vita; e nessuno si sforza di costringerli a esistere. Peso economico, quasi nullo; peso politico, meno che zero. Decidono di chiudere qualcosa? Neppure ce lo dicono. Attenti: si comincia con pediatria, poi gli altri reparti… poi gli uffici, poi le scuole… Proposte? Certo che ne ho, e sarete tutti d’accordo con me, ovviamente. La proposta è accelerare la fine di ciò che non è più utile e necessario; potenziare gli ambulatori, che sono il vero punto di riferimento del territorio; creare o sviluppare qualche reparto di eccellenza che attragga. Eccellenza vera, non titoli nobiliari. L’effetto è selezionare, e qualcuno ci lascerà le penne. Peggio per lui: chi nel 2012 è rimasto al 1712, non solo non è utile, ma è gravemente dannoso, e via. Chi non sa fare il suo mestiere, via. L’ospedale è un luogo finalizzato alla salute, non alla “pianta organica”. Adesso, il primo che mi dice che è d’accordo con me, lo mando al diavolo. Ulderico Nisticò
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