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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò |
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Un dramma sul Gagini
Perché il Gagini? Nel 1521 giunse da Palermo la statua della Deposizione, da noi detta Pietà, per il convento degli Agostiniani Zumpani fondato qualche anno prima da Francesco Marini, detto fra Zumpano dalla nascita in una delle pretorie di Cosenza. Questi fu un uomo santo e dotto, e diede vita a una riforma degli Agostiniani in senso rigoristico e accetuando la spiritualità agostiniana. Lo rileva, pochi anni dopo, s. Roberto Bellarmino, contrapponendo il Marini a Lutero: entrambi agostiniani, entrambi avvinti dal problema del male e della salvezza dell’anima, ma il nostro diviene un santo, l’altro un eretico. Qui ci vorrebbe una digressione su Agostino e i suoi effetti, tra cui il rovinoso giansenismo, che poi divenne giacobinismo o quello spiritualismo che è fatto di chiacchiere apparentemente santificanti. Ma “non chi grida Signore. Signore entrerà nel Regno dei cieli”. Il convento di Soverato, casa madre degli Zumpani, venne abbandonato del tutto dopo il sisma del 1783. La Deposizione passò a Soverato, dimenticata fino al 1967, quando l’arciprete don Elia Dominijanni la inviò a Firenze per un restauro; e oggi don Giorgio Pascolo la custodisce con amore, e, ogni tanto, la visitano persino del turisti. Quanto ai Soveratesi… beh, chissà se l’hanno vista mai! I dotti, dico, i laureati! La storia è stata narrata con dovizia di documenti da Domenico Pisani e dallo stesso don Giorgio. Fiorirono leggende. Si disse che fra Zumpano facesse riemergere una nave dallo Stretto, e il padrone gli donasse un blocco di marmo; e che, dopo il 1783, Petrizzi e Soverato risolvessero la disputa mettendo la statua sopra un carro a buoi senza bovaro. Venerdì 14 si vedrà uno spettacolo teatrale. In teatro tutto è falso e tutto è vero: perciò immagineremo (e solo immagineremo) che il Gagini sia venuto a Soverato, con tutto quello che vedrete. Il teatro mette in scena sentimenti, sensazioni, passioni, non storie; per la storia, ci sono altre sedi. Il lavoro è la nostra tradizione, il nostro rapporto con la fede e la tradizione. Credo basti riferire la preghiera iniziale, e il lettore intelligente sarà soddisfatto. Qui presso
questa nostra chiesa, Ulderico Nisticò
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