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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò |
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Storia e bufale a Montauro
Io, come i lettori sanno, mi prefiggo da sempre di combattere il pascolo abusivo di bufale: per esempio, i vari sbarchi di Ulisse ora a Lamezia, ora a Copanello, ora a Crotone… tutti sbarchi sulla Luna, elucubrazioni fondate sul nulla, tanto meno sull’Odissea. Fidatevi, che il VI lo so a memoria; se volete, ve lo traduco. Lo stesso per la nascita di san Gennaro, le apparizioni celesti, i santoni della domenica e del mercoledì; e figuratevi il resto. Che c’è da dire, allora, su Montauro? Ma che compare già nel 1243 come Mentabrion, quale che fosse la pronunzia, e doveva essere più antico: nulla a che vedere con l’oro, però; che ospita la possente grangia certosina di S. Anna; e forse il Cece e altri edifici; e possessi e mulini. S. Anna, oggetto di qualche studio scientifico, dovrebbe essere meglio curata. E che dire degli eleganti portali? Non basta un articolo per descrivere la chiesa di S. Pantaleone con ricchi ornamenti e altari di grande pregio artistico; con affreschi di sapiente fattura, e due, più popolari, di estremo interesse per la ricostruzione del paesaggio antico. Rappresentano, quasi un film, l’arrivo di Reliquie del santo nel 1753; e, tra l’altro, S. Anna com’era prima del terremoto. Se vogliamo proprio cercare misteri, si conserva il Sangue del Patrono, che si vuole subisca liquefazione durante le due feste annuali. Ce n’è, insomma, da raccontare, su Montauro; come del resto su ogni paese della Calabria. Poi ci sono i misteri delle delibere comunali approvate e dimenticate senza spiegazioni, ma questi sì che sono misteri insondabili. Gli altri misteri, pascolano, non avendo alcun fondamento. Eh, ci mancava solo Dan Brown! E meno male che il romanziere americano non ne sa quasi nulla delle storie e storielle che circolano sul Graal, sui cavalieri fatti flambés da Filippo il Bello. Se avesse saputo che la bufala dei Pirenei ha provocato una bufalona gigantesca, quella del principato ebraico della Provenza retto da una dinastia discendente dalla Maddalena e, per parte di padre… no, è troppo grossa, e blasfema. Lo dirò in privato, solo a chi è in grado di capire senza equivoci. Ebbene, secondo la bufala da questi eredi della presunta allegra donnina discenderebbero niente di meno che i Duchi di Lorena, e, tramite Francesco Stefano, darebbero origine alla massoneria, alla rivoluzione francese, e alla decapitazione di Luigi XVI per vendetta di quando i capetingi con Pipino il Breve scacciarono l’ultimo dei Merovingi. Come il lettore intelligente capisce da sé, le bufale generano bufale, e queste bufale all’infinito! Meno male che il romanzaccio americano l’ha scritto uno che Pipino non l’ha mai manco sentito nominare; e figuratevi Francesco Stefano. Per quanto precede, sappiano i miei affezionati lettori che, pregato da Caligiuri, io sarò a Montauro la mattina del 14 con Giacobbo, e senza pastori di bufale; per raccontare la storia vera del paese, non per portare in giro bovini longobardi produttori di mozzarella. E alla svelta, che la sera ho “Soverato 1521”, mio testo e regia di Tonino Pittelli con i Sognattori. Ce ne sono, di cose serie da fare: altro che assurde paternità e cavalieri messi al forno a Parigi… e resuscitati in Calabria! Siete tutti invitati a Soverato Superiore alle 21, cari lettori. Ulderico Nisticò ARTICOLO CORRELATO
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