SOVERATO WEB - HOME PAGEIL FANTASMA DEL FABBRO

Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò

Numero 453 - Per eventuali Commenti su questo articolo scrivere a: info@soveratoweb.it


Per l’onore delle nostre armi

  


 Uno che trascende agli insulti generici non meriterebbe risposta; ma per l’onore delle nostre armi, sono costretto a dire qualcosa. Egli deve aver studiato la storia sui film americani, o sui cartoni animati o sui libri di testo a memoria, e credo non saprebbe manco indicare le date della Seconda guerra mondiale: e un simile avventuriero della storia rivelerebbe niente di meno che la “verità” sulle nostre Forze armate? Ma mi faccia il piacere; si misuri!

 Iniziamo con i paragoni. Sorvolo su Polonia, Belgio, Olanda, Danimarca, Norvegia, i cui eserciti sparvero in un amen; ma la Francia, che si considerava la prima Potenza terrestre del mondo, resistette diciotto giorni tutto compreso all’attacco germanico del 1940, che da Sédan dilagò in tutto il territorio fino a Parigi, trovando come solo ostacolo la fuga scomposta delle popolazioni civili; scomposta ma breve, e milioni di Francesi fecero ordinata fila per andare a lavorare in Germania, ben pagati in marchi. L’Italia, con alterne vicende, sostenne per tre anni, dal giugno del 1940 all’estate del 1943 la guerra contro l’Impero Britannico (un quarto delle intere terre emerse!), cui si aggiunsero gli Americani. Nei tre anni, l’Italia commise sì errori e mostrò alcune debolezze, ma occupò e mantenne la Grecia (un discorso a parte sui primi mesi del conflitto, decisamente gestiti con i piedi da Badoglio e Ciano), la Iugoslavia e l’Africa Settentrionale.

 Quanto alla Marina, dopo Taranto (ottobre 1940) le corazzate e navi colpite, ma non affondate, tornano in linea entro sei mesi; la Marina inglese perse definitivamente due corazzate ad Alessandria per mano dei nostri incursori, una per siluro tedesco, una venne gravemente danneggiata da aerosilurante Savoia Marchetti; e, dal 1941 allo sbarco americano ad Algeri, il dominio tattico italiano del Mediterraneo fu quasi incontrastato, culminando con le due grandi battaglie dell’estate 1942, Mezzo giugno e Mezzo agosto.  Vero però che il poco naviglio superstite britannico, mostrando l’audacia tradizionale, arrecò gravi danni ai nostri trasporti proprio nel momento più delicato dell’offensiva in Egitto.

 In quasi tutte le operazioni terrestri e navali italiane fu presente l’alleato tedesco, superiore, come al nemico, così a noi per tecnologia e organizzazione. Ma anche gli Inglesi resistettero per i rifornimenti americani, e americano fu il primo carro capace di equiparare quelli germanici, lo Sherman. I carri britannici Mathilda e Valentine erano più o meno equivalenti ai nostri M 11, 12, 13, 14 o 15 tonnellate. Quelli francesi non avevano fatto testo! “Scatole di sardine” erano stati i carri leggeri da 3 tonnellate, ottimi durante la guerra d’Etiopia o quella di Spagna, ma inadeguati al grande conflitto.

 Quali erano i limiti delle Forze Armate italiane? Non nel peso dei carri! Altri erano i problemi: una mentalità da Prima guerra mondiale degli Alti Comandi, senza ammodernamento di concezioni strategiche; la moltiplicazione delle grandi unità  e relativi generali; il macchinoso e spesso insufficiente coordinamento di Marina e Aereonautica; qualche arretratezza negli armamenti individuali. Tutto, tranne la scarsa combattività. I nostri fanti, marinai e avieri si batterono con il massimo ardore, come venne riconosciuto e dall’alleato tedesco e dal nemico. Non possiamo permettere al primo venuto di vilipendere la memoria di milioni di combattenti e Caduti, e di Alfredo Comito, di Sarro Sinopoli…

 L’8 settembre 1943 il re e Badoglio speravano di voltare gabbana e passare al nemico. Un vecchio proverbio francese, risalente alle guerre del Settecento, recitava così: “Casa Savoia non finisce mai la guerra dalla stessa parte dove l’ha iniziata, a meno che la guerra non sia abbastanza lunga da cambiare due volte”! gli Angloamericani non volevano un’Italia alleata, ma solo la resa senza condizioni, e imposero la pubblicazione dell’armistizio. Colte di sorpresa, le Forze italiane vennero assalite e in gran parte catturate dai Tedeschi traditi ma non sorpresi, anzi pronti all’evenienza di un ribaltone sabaudo. E – altro che scarsa voglia! – si scatenò per venti mesi una guerra civile sanguinosa, che vide ricostruirsi Forze armate della Repubblica Sociale Italiana, da 800.000 a un milione di uomini (e donne: a tutt’oggi la sola signora italiana a rivestire il grado di generale è Piera Gatteschi, comandante delle Ausiliarie della RSI), e dall’altra parte un 10.000 regolari badogliani in divisa inglese, e (cifre ufficiali dell’ANPI nell’immediato dopoguerra, e non state a sentire le bufale posteriori!), 80.000 (ottantamila) partigiani: non moltissimi, ma un bel numero. Altro che rassegnazione e mitezza d’animo: gli episodi di ferocia da entrambe le parti mostrano a iosa che gli Italiani non avevano nessuna voglia di pace, il contrario!

 Che se sa, lo storico per sentito dire, di una Marina di oltre settecento unità, da corazzate potentissime alla più numerosa flotta sottomarina del mondo, ma senza portaerei; dei pregi e dei limiti dei nostri aerei da caccia e bombardamento? Che ne sa, delle guerre precedenti stravinte dall’Italia: la Libia, cento anni fa; la Prima mondiale; l’Etiopia, la più grande guerra coloniale della storia mondiale; appena pochi mesi prima della Seconda guerra mondiale, la grande vittoria in Spagna contro i repubblicani e le brigate internazionali armati di materiale francese e russo, e dell’abbattimento di novecento aerei nemici? Vittorie che, bisogna dirlo, ci illusero di essere più potenti che non fossimo in realtà, e ci fecero arrivare scanzonati di fronte a un impegno assai più grave del previsto. Ma era un vizio diffuso: quando il dittatore polacco Beck si oppose a che la città tedesca di Danzica tornasse alla patria, lo fece con queste parole: “Tra una settimana prenderemo Berlino”, e voleva farlo, in piena guerra tecnologica, con le due potentissime trenta divisioni di cavalleria equina. Com’è finita, lo sanno tutti: tranne, ovviamente, Raffaele.

 Errori e carenze furono colpa del Regime, certo, che non riservò alle Forze armate la stessa attenzione che dedicata alle bonifiche, ferrovie, scuola, ferrovie, strade, industrie, fondazioni di città, totale repressione della mafia (ce la riportarono gli Americani), salute della popolazione… Ma, alla fine, anche Napoleone è stato sconfitto; e anche Annibale, anche Pirro, anche Hitler… anche gli Americani sono scappati a gambe levate dal Vietnam, e pure in Afghanistan non è che se la stiano cavando tanto bene. Anche l’Italia, nel 1943, ha perso la sua guerra: per molte cause, ma non per mancanza di valore dei suoi militari; o perché questi avessero delle riserve mentali, o magari volessero bene al nemico inglese. Vero altresì che ci furono dei traditori, tanto che, nel durissimo Trattato di pace del 1947, l’Italia si dovette impegnare a non processarli: articolo 16.

***

 Alamein non decise la storia? Eh, se si conoscesse almeno la geografia! Poniamo che l’Asse italotedesco avesse vinto ad Alamein, e le conseguenze sarebbero state esiziali per gli Inglesi: le nostre truppe avrebbero raggiunto il Canale di Suez e i Paesi arabi e musulmani, già ideologicamente schierati con noi: nel 1941 l’Iraq, di fatto dominio britannico, si ribellò e si alleò con Italia e Germania, sebbene l’episodio sia stato di breve durata; il Gran Muftì di Gerusalemme viveva in esilio tra Berlino e Roma, dopo i primi scontri del 1929 e 1936 tra Arabi e coloni ebraici; i giovani ufficiali egiziani Nasser e Sadat erano iscritti al Fascio clandestino di Alessandria. Sarebbe stata raggiunta l’India inglese, su cui puntavano già i nostri alleati Giapponesi.

 Il risultato strategico di maggior rilievo di una vittoria ad Alamein sarebbe stato puntare, attraverso la Mesopotamia, al Caucaso, e togliere ai sovietici i rifornimenti di petrolio di Baku e del Caspio, principale loro fonte energetica e di carburanti, causandone il crollo. Il Caucaso era un obiettivo essenziale cui miravano i Tedeschi dall’Ucraina, e avevano chiesto proprio a tal fine la presenza delle nostre truppe alpine, altrimenti inspiegabile; e causa stessa della manovra che s’infranse a Stalingrado. Non ci sarebbe stata alcuna Stalingrado, se avessimo vinto ad Alamein; e tanto meno uno sbarco in Normandia due anni dopo. E forse persino Churchill avrebbe capito quanto fosse insensato che gli Europei si dilaniassero tra loro per permettere, nel 1945, ad Americani e Russi di spartirsi l’Europa. Fu lo stesso inglese a pronunziare la plebea ma efficace frase: “Abbiamo ucciso il porco sbagliato”, quando vide Stalin piazzare le sue truppe sull’Elba: il porco sbagliato, secondo lui? La Germania. Era esattamente quello che aveva detto Mussolini nel 1933 proponendo il Patto a quattro; e lo stesso Hitler subito dopo la riconquista di Danzica.

 Ma ora sto andando troppo oltre per uno storico d’accatto. Chi vuole saperne di più e meglio, legga – un po’ di autopubblicità non fa male, via – il mio “Abele e Caino. Storie della guerra mondiale 1814-2001”, Rubbettino 2002.

 Ulderico Nisticò

ARTICOLO CORRELATO
La verità su El Alamein e la seconda guerra mondiale

 

Per eventuali Commenti su questo articolo scrivere a: info@soveratoweb.it


  
  

ARCHIVIO

NUMERO 452: Avanti Volley, avanti Soverato
NUMERO 451:
Alamein
NUMERO 450:
La linea retta a sghembo
NUMERO 449: Soverato e la storia della fede
NUMERO 448: Cronaca nera da Reggio
NUMERO 447: Cronaca nera da Locri
NUMERO 446:
7 ottobre Lepanto e il Rosario
NUMERO 445:
Villaggio megalitico a Stilo?
NUMERO 444: Guardavalle e Sirleto; Naccari, Calabria Roma
NUMERO 443:
Coppa Italia… e poi?
NUMERO 442:
Passatisti e progressisti
NUMERO 441:
Il letargo di Casadonte
NUMERO 440:
Il mosaico di Monasterace
NUMERO 439:
Ci mancava l’Atlantide
NUMERO 438:
Circa l’Ospedale
NUMERO 437: 1521 e 2012
NUMERO 436:
Giacobbo e Montauro
NUMERO 435: Storia e bufale a Montauro
NUMERO 434:
Un dramma sul Gagini
NUMERO 433:
Ridimensionamento scolastico e calo demografico
NUMERO 432: E se torniamo a votare per la Regione?
NUMERO 431:
Meglio se restavo a casa…
NUMERO 430:
Nota sui Bronzi
NUMERO 429: Ospedale pezzo pezzo
NUMERO 428:
4 ottobre 1806 a Sant’Andrea
NUMERO 427:
Soverato - Ordine pubblico: che fare?
NUMERO 426:
Un trigesimo per Giacomo Mancini senior
NUMERO 425:
Gianni Calabretta alla radice dei problemi
NUMERO 424:
Divagazioni di mezzo agosto
NUMERO 423: Catanzaro andata e ritorno
NUMERO 422: Soverato che non fu: ancora Fiorita
NUMERO 421: Province: avanti indietro come il cordaio
NUMERO 420: Un sito da frequentare
NUMERO 419: Luglio e spiagge vuote: malattia e cura
NUMERO 418: Decoro urbano
NUMERO 417:
Un premio a Franco Bevilacqua? E perché?
NUMERO 416: La banda, risorsa di Soverato

NUMERO 415: La RAI e la storia
NUMERO 414: Il commercio e il turismo a Soverato
NUMERO 413:
Polvese
NUMERO 412:
Ringraziamenti
NUMERO 411: Parcheggi a pagamento? Sì, con giudizio
NUMERO 410: I prezzi calano?
NUMERO 409:
Esami di maturità
NUMERO 408: Due serate e una mattina per la storia
NUMERO 407: I nostri terremoti
NUMERO 406:
Uccialì, chi era costui?
NUMERO 405: Fondi europei: ne avete notizia?
NUMERO 404: Fantasia, e niente piattume
NUMERO 403:
Cervelli: con le buone o con le cattive
NUMERO 402: Bella pensata da Sant’Andrea
NUMERO 401:
Il Forum senza beni culturali
NUMERO 400:
Quanto sei povera, Torre di Ruggero
NUMERO 399: “Programma stage”: ora i cervelli possono fuggire
NUMERO 398: In margine a un convegno sul territorio
NUMERO 397: Monti il democristiano
NUMERO 396: O mafia o antimafia: segue cena.
NUMERO 395: Il teatro, Soverato e i Sognattori
NUMERO 394:
Francesco II e la Regione Calabria
NUMERO 393: Farmacia e dormitori
NUMERO 392: Riciclaggio dei rifiuti: rivelato il mistero
NUMERO 391: Lobello e Televarapodio
NUMERO 390:
Il centenario di Sirleto
NUMERO 389: La terza farmacia? Fosse la volta buona…
NUMERO 388: È uscito il mio ultimo libro…
NUMERO 387: Il Forum di Chiaravalle
NUMERO 386:
Calabria e Roma
NUMERO 385: Chiamato in causa…
NUMERO 384: Zappature settimanali 1
NUMERO 383: Due (presunti) giudici (presunti) mafiosi
NUMERO 382: Di cosa muoiono i nostri soldati in Afghanistan?
NUMERO 381: My land e la Calabria vera
NUMERO 380: L’ultimo rifugio di Dante Alighieri
NUMERO 379:
La confessione di zi’ Fonso
NUMERO 378: Il brutto e la mafia, ovvero Manca una pecora…
NUMERO 377:
Bollino blu ad Amadori
NUMERO 376: Quando la patria chiama… accontentatevi
NUMERO 375: Soverato - Crisi cloroformizzante
NUMERO 374: Laudator temporis acti
NUMERO 373:
Quanti Eusebio Chiefari ci sono in Calabria?
NUMERO 372: Buone notizie dalla ricerca scientifica di casa nostra
NUMERO 371: Carnevale senza soldi: si può! E la Terza Età

NUMERO 370: Uno spiraglio sui fondi europei? Forse!
NUMERO 369: Ancora sui fondi europei
NUMERO 368: Scopelliti, i fondi europei e fantastoria
NUMERO 367: Fondi europei, ovvero chi tace, acconsente
NUMERO 366: Dimissioni a catena
NUMERO 365: Rifiuti zero: quando anche noi?
NUMERO 364:
Quieta movere
NUMERO 363: TOPONOMASTICA
NUMERO 362: Vergogna!
NUMERO 361: Alla Geoambiente, benvenuta con malizia
NUMERO 360: Liberalizzazioni soveratesi
NUMERO 359: Historia Catacensis al lavoro, e la Calabria del 2012
NUMERO 358: Sciopero, mercatino, proteste: la causa
NUMERO 357:
Allarmi, allarmi: è scomparsa Soverato
NUMERO 356:
Don Camillo e Peppone: il paragone non regge
NUMERO 355:
ROMANZI EPISTOLARI
NUMERO 354: L’Epifania tutte le feste le porta via
NUMERO 353:
Don Marino Leo, il professore!
NUMERO 352: Buon 2012
NUMERO 351:
Consigli di Natale al sindaco
NUMERO 350: Parliamo seriamente dell’Ospedale
NUMERO 349:
Buon Natale
NUMERO 348: Fondazione Calabria ... : chi l’ha vista?
NUMERO 347:
Soverato senza treni
NUMERO 346:
150mo, occasione perduta
NUMERO 345:
Tasse sui poveri, tutti d’accordo
NUMERO 344:
Politica culturale? Chi l’ha vista?
NUMERO 343:
Antimafia segue cella
NUMERO 342: Strade asfalto e strade di chiacchiere
NUMERO 341: Le molte innocenze del 2000
NUMERO 340:
Pilacchi 2: ribadisco
NUMERO 339:
Pilacchi
NUMERO 338:
Davide di un tempo
NUMERO 337:
Cumuli di immondizia e riciclo che non si fa
NUMERO 336:
HISTORIA CATACENSIS
NUMERO 335: Crisi di governo ed effetto domino
NUMERO 334:
S. Severina: divagazioni su Rohlfs ...
NUMERO 333:
IL MIO 4 NOVEMBRE
NUMERO 332:
LA CALABRIA E ROMA
NUMERO 331: Una lapide e la battaglia che non ci fu
NUMERO 330:
NOTIZIE DI VARIA UMANITÀ
NUMERO 329: IN MARGINE ALL’IPPOCAMPO 2011
NUMERO 328:
TRIPOLI BEL SUOL DI DUBBI
NUMERO 327:
RIVOLUZIONARI DELLA DOMENICA
NUMERO 326: Socialità soveratese alla Terza Età
NUMERO 325: Strade sì e strade no, e non contiamo un fico
NUMERO 324:
RIFLESSIONI SULLA DOMENICA PAPALE
NUMERO 323:
I DEVOTI DEL DIO MOMO
NUMERO 322: Pisl senza cultura?
NUMERO 321:
I misteri della Certosa
NUMERO 320:
OSPEDALE DI SOVERATO: CHIUSURA A PUNTATE?
NUMERO 319:
ORGOGLIO E SUPERBIA
NUMERO 318: MEMORIE BIZANTINE
NUMERO 317:
Soverato come Napoli?
NUMERO 316:
Almeno, si firma.
NUMERO 315: Stagioni teatrali imminenti
NUMERO 314:
LE FESTE DELL’ADDOLORATA 2011
NUMERO 313: E il mafioso se ne andò
NUMERO 312:
UN PARTITO MERIDIONALISTA
NUMERO 311:
SPIAGGE VUOTE E LE STATISTICHE DI MAB
NUMERO 310: Enea è passato diritto
NUMERO 309:
Trasversale delle Serre: purtroppo, ho vinto io
NUMERO 308:
MONTAURO 1811 – 2011
NUMERO 307:
CHIACCHIERE E ARRESTI
NUMERO 306:
Riflessioni e notizie in ordine sparso
NUMERO 305: L’uovo di Colombo dell’immondizia
NUMERO 304: Gli iconoclastici nostrani
NUMERO 303: Piccoli Comuni: l’ho sempre detto, io.
NUMERO 302:
Il Campionato mondiale di motonautica
NUMERO 301:
IN MARGINE AL CONVEGNO SULLA GRANGIA
NUMERO 300:
I NOSTALGICI DEL PASSATO CHE PASSÒ
NUMERO 299:
110 E LODE E LA TERATOPOIESI
NUMERO 298:
Letargo e voce del verbo ignorare
NUMERO 297:
Divagazioni a proposito di un film su Nassiriya
NUMERO 296:
LA PROLOCO E ALTRA ARTE
NUMERO 295: MONTAURO TRA STORIA, ARTE E MIRACOLI
NUMERO 294:
I COMMERCIANTI E IL CORSO
NUMERO 293:
SPIAGGE VUOTE
NUMERO 292:
FONTANASECCA
NUMERO 291:
INSISTO SUL QUARZO
NUMERO 290: SI VIVE ANCHE DI EMOZIONI
NUMERO 289: TURISMO E FLUSSI
NUMERO 288:
LA MIA ANTIMAFIA È PIÙ BELLA DELLA TUA
NUMERO 287:
NOTIZIE DAL TEATRO DEL GRILLO
NUMERO 286:
DONNE E CAVALIERI AL CINEMA
NUMERO 285:
ANCORA SUL QUARZO, O COMAC
NUMERO 284:
VERTENZA PAPARO... LA GENESI
NUMERO 283:
COSA PRODUCE SOVERATO SOPRA UN PALCOSCENICO
NUMERO 282: SONO ENTRATO NEL QUARZO, O COMAC
NUMERO 281:
I BRONZI UMANI
NUMERO 280:
CHE FARE DEL QUARZO DETTO ANCHE COMAC?
NUMERO 279:
AUTO D’EPOCA, INDUSTRIE D’EPOCA
NUMERO 278:
ARCHEOLOGIA DELLA DOMENICA E BUFALE A NARDODIPACE
NUMERO 277:
TURISTI E SURROGATI
NUMERO 276:
BARI, STORIA E FEMMININO SELVATICO
NUMERO 275:
SOVERATO E CHIARAVALLE 2011
NUMERO 274: IN ESPLORAZIONE
NUMERO 273:
COMMENTIAMO
NUMERO 272:
CULTURA E TURISMO E SOLDI
NUMERO 271:
PROPOSE PLINTA DI FARMI ASSESSORE
NUMERO 270:
COSÌ PARLÒ MAURIZIO GASPARRI
NUMERO 269:
NOTIZIE DAI TEATRI
NUMERO 268:
AFFISSIONE ABUSIVA
NUMERO 267:
MICROSTORIA D’AUTORE A SATRIANO
NUMERO 266:
UN’ALTRA EPIGRAFE DI PETRIZZI
NUMERO 265:
ROMA, ALBA LONGA E L’OSPEDALE DI SOVERATO
NUMERO 264:
I SANTI A GALILEA
NUMERO 263: RADUNO PARTIGIANO NELLA PERLA DELLO IONIO
NUMERO 262:
LA MASNADA DEI SOGNATTORI HA COLPITO ANCORA
NUMERO 261: CONSIGLI AL PROSSIMO SINDACO
NUMERO 260: PREVENIRE E' MEGLIO CHE CURARE
NUMERO 259:
COMUNALI: PROVO A CAPIRCI QUALCOSA
NUMERO 258:
LE DISAVVENTURE DI UNA RUBRICA APPENA INIZIATA
NUMERO 257: TURISMO AFFIDATO ALLA BUONA FORTUNA
NUMERO 256:
MENO MALE CHE C’È IL PREFETTO
NUMERO 255:
DIVAGAZIONI ELETTORALI
NUMERO 254:
NEL LONTANO 1970
NUMERO 253:
CI MANCA SOLO PINO APRILE
NUMERO 252:
GUIDE CERCANSI INVANO
NUMERO 251:
CATERINA, PENNISI E ALTRE BUGIE
NUMERO 250:
DUE FRATELLI E I MIEI AMICI DI SQUILLACE
NUMERO 249:
CATANZARO E DINTORNI 1528
NUMERO 248:
MENO MALE CHE DUE SONO CONTRO
NUMERO 247:
A CONSIGLIO CHIUSO, STORIA DEL MERIDIONE
NUMERO 246:
I DILEMMI DI TIANI
NUMERO 245:
UNITÀ, PARLIAMONE
NUMERO 244:
FINALMENTE CHIUSA LA QUESTIONE DEL VOLTO DI DON BOSCO
NUMERO 243:
UNA COMMEMORAZIONE COME SI DEVE A MONTEPAONE
NUMERO 242:
INVITO PER IL 17 MARZO: CELEBRAZIONI E CRITICHE
NUMERO 241: ENJAMBEMENTS E DANTE
NUMERO 240: CROCI E SANTI
NUMERO 239:
VOTATE E FATE VOTARE GIOVANNI BOSCO
NUMERO 238:
QUALCHE CHILOMETRO E CENTOVENTI ANNI
NUMERO 237:
L’ELMO DI SCIPIO, BENIGNI E ANNIBALE
NUMERO 236:
AGESILAO MILANO: CHI ERA COSTUI?
NUMERO 235:
MAGISTRATI VELOCI E CENTOCINQUANTESIMI LENTISSIMI
NUMERO 234: SE NON ORA, PRIMA
NUMERO 233:
MA SOVERATO È ALL’ESTERO?
NUMERO 232: DIFENDO LA PIAZZETTA PORTOSALVO
NUMERO 231: BENVENUTO, UFO
NUMERO 230: ARCHITETTURE MEGAGALATTICHE
NUMERO 229:
CENTOCINQUANTESIMO DEI DISTRATTI
NUMERO 228:
VOGLIO ANCH’IO UNA BOCCASSINI
NUMERO 227: (NON) SIAMO IN MEZZO A UNA STRADA

NUMERO 226: IL CASO PILINGA
NUMERO 225:
UN’OTTIMA NOTIZIA RELIGIOSA, SOCIALE E CULTURALE
NUMERO 224: POVERI MAIALI MIEI
NUMERO 223: LA TELENOVELA DELL’OSPEDALE DI CHIARAVALLE
NUMERO 222:
MI SPIACE MA DEVO RISPONDERE
NUMERO 221: SALESIANI: LEGGENDE E STORIA
NUMERO 220:
DODICI PROFEZIE PER IL 2011
NUMERO 219: “SQUALLIDO QUALUNQUISMO CULTURALE E MORALE”
NUMERO 218: LA MALEDIZIONE DI POLITE, O ALIBANTE CHE DIR SI VOGLIA
NUMERO 217:
MAGGIORANZA E ASSENZE A SOVERATO
NUMERO 216:
BALLONS D’ESSAI?
NUMERO 215: ANCORA SULLA TOPONOMASTICA
NUMERO 214: “E ADESSO PROCESSATECI TUTTI”
NUMERO 213:
PORTO: LA MAGNA GRECIA FU CONTRO DI NOI
NUMERO 212: ÀNTHROPOS ZOON POLITIKÒN PHYSEI
NUMERO 211:
LA VERITÀ NON È VERITATISMO
NUMERO 210: LA PRIMA VOLTA DEL GRUPPO ORSI
NUMERO 209:
TOPONOMASTICA SELVATICA
NUMERO 208:
ELEZIONI COMUNALI E LE STRADE
NUMERO 207:
TURISTI A CASTELLABATE
NUMERO 206: IL CUSCUNÀ
NUMERO 205: UNA LACRIMA E UN’AREA ATTREZZATA
NUMERO 204: E SE TORNIAMO A VOTARE?
NUMERO 203:
POMPEI, E NON SOLO
NUMERO 202:
PARLIAMO DI COSE SERIE, PER GIOCO
NUMERO 201:
TUTTI DA FIORITA E A SAN MARTINO, E UN PO’ DI STORIA
NUMERO 200:
E BRAVO MANCINI...
NUMERO 199:
QUANDO CADE LA FRANA, POI...
NUMERO 198:
LE MADDALENE PENTITE
NUMERO 197:
CALMATEVI, RAGAZZI
NUMERO 196:
BRAVO, MICHELE!
NUMERO 195:
BUONI VACANZA: UN’OCCASIONE
NUMERO 194: RIFLESSIONI SUL CINEMA IN CALABRIA
NUMERO 193: NOTIZIA E SMENTITA
NUMERO 192:
FESTA DI OTTOBRE
NUMERO 191:
LA LEGA? IGNORANTI! IO, INVECE...
NUMERO 190:
DIECI ANNI DALLE GIARE
NUMERO 189: CHIARAVALLE: RICONVERSIONE E NUMERI
NUMERO 188: L’UNIVERSITÀ DELLA TERZA ETÀ
NUMERO 187:
FIORITA FRESCO DI STAMPA
NUMERO 186: 439 ANNI FA A LEPANTO
NUMERO 185: LE STRADE CHE NON CI SONO
NUMERO 184: EVVIVA SCOPELLITI, E L’OSPEDALE DI CHIARAVALLE
NUMERO 183:
ALMENO NON È LA SIGNORA IOLANDA
NUMERO 182:
ESTATE SOVERATESE, MALE
NUMERO 181:
ESQUILACHE
NUMERO 180:
IL MIRACOLO SCONOSCIUTO DI MONTAURO
NUMERO 179:
IL 20 SETTEMBRE E AMIRANTE
NUMERO 178: UN SABATO VIVACE TRA SPORT E DANZA
NUMERO 177: UNA RIUNIONE SERIA SULLA SANITÀ
NUMERO 176: LA VORAGINE
NUMERO 175:
QUALCUNO FINALMENTE RISPONDE
NUMERO 174: CHE FINE HA FATTO LA CONURBAZIONE?
NUMERO 173: LE ORIGINI DEL DEGRADO
NUMERO 172:
L’ENIGMA DI MURO ROTTO
NUMERO 171:
CRONACHE DAL CONSIGLIO COMUNALE APERTO
NUMERO 170:
NON CI SERVE ALTRO
NUMERO 169:
ERA DA UN PO’...
NUMERO 168:
TOMMASO MARTINI E LA RISCOPERTA DELLA CALABRIA
NUMERO 167:
LA BUFALA DELLA SIGNORA JOLANDA
NUMERO 166:
FIORITA, QUANTE CE NE COMBINI!
NUMERO 165:
STORICI DELLA DOMENICA
NUMERO 164: A RASPA BISOGNA SPIEGARE L’ABC
NUMERO 163: GARIBALDI: I DANNI DI UNO SBARCO
NUMERO 162: CULTURA, STORIA, TURISMO... E ALTRO
NUMERO 161:
TORNA POLIPORTO – EUTIMO E CARITEA
NUMERO 160: CONSIDERAZIONI A PROPOSITO DI UNA FESTA ...
NUMERO 159: MY LAND
NUMERO 158:
TURISMO E STATISTICHE AD OCCHIO
NUMERO 157:
BENVENUTO COMMISSARIO
NUMERO 156: "QUEST'ANNO  SULLA BARCA DELLA MADONNA ..."
NUMERO 155:
FARMACIA E POSTE: CITTÀ O PAESINO?
NUMERO 154:
SOFISMI E SOLITUDINI
NUMERO 153:
MA PITARO IN CHE MONDO VIVE?
NUMERO 152:
GRAZIE A CHI MERITA
NUMERO 151:
MONACI E PUGILATO
NUMERO 150:
TURISTI FORESTIERI
NUMERO 149:
PRONTO RICONOSCIMENTO DI MERITI
NUMERO 148: PER LA STORIA DELLA NOSTRA ARCIDIOCESI

NUMERO 147: ÉCRASEZ L’INFÂME E IL VOLTAIRE DELLA DOMENICA
NUMERO 146:
LA BRETELLA, E ALTRE STRADE
NUMERO 145:
A DANIELE RONDINELLI
NUMERO 144: LETTERE E PESCI IN FACCIA
NUMERO 143: I VANDALI
NUMERO 142:
LETTERA APERTA AD UNA GENTILE SIGNORA CHE VUOLE DORMIRE
NUMERO 141:
CHE SORPRESA! UN ALTRO MORTO!
NUMERO 140: GIORNALISTI LOCALI: ISTRUZIONI PER L’USO...
NUMERO 139:
CHE SORPRESA! DUE MORTI AMMAZZATI
NUMERO 138:
IL CONTROLLORE GENTILE E LA PROLOCO
NUMERO 137:
I GATTI E LA TALPA
NUMERO 136:
DOLOROSA STORIA DELLA (FU?) PROVINCIA DI VIBO
NUMERO 135: PROLOCO: ARRIVEDERCI AL 7 GIUGNO
NUMERO 134:
RICORDO DI UN SOVERATANO
NUMERO 133: CARO MAURIZIO...
NUMERO 132: TURISMO RELIGIOSO
NUMERO 131: AFFITTASI
NUMERO 130:
AUTOSTRADE DEL MARE E SOVERATO
NUMERO 129:
SABATO PROSSIMO DIRÒ...
NUMERO 128:
GIANNI, SONO CON TE
NUMERO 127: QUALCOSA DI BUONO A SOVERATO
NUMERO 126: EVVIVA FIORITA
NUMERO 125:
LETTERA APERTA AGLI STORICI
NUMERO 124: MARONI, DOVE SEI?
NUMERO 123:
INNEGGIAMO ALLA PALLAVOLO
NUMERO 122:
CASO PER CASO?
NUMERO 121:
PERLA E CADAVERI
NUMERO 120: LA SETTIMANA DELLA CULTURA
NUMERO 119:
A LUCA PROCOPIO SUL TOTOSINDACO
NUMERO 118:
TURISMO E PASSANTI
NUMERO 117: IL VESCOVO DI LOCRI
NUMERO 116: IL MINISTRO CHIMIRRI
NUMERO 115: ALBERGHI, SÌ, ALBERGHI
NUMERO 114: ANCORA A LUCA
NUMERO 113:
SOVERATO FUORI GIOCO
NUMERO 112:
LETTERA APERTA A SCOPELLITI
NUMERO 111: EUTIMO? MA PERCHÈ EUTIMO?
NUMERO 110:
PROGRAMMAZIONE DELLA STAGIONE ESTIVA? NO, GRAZIE
NUMERO 109:
E ALLORA PARLIAMO DEL TG3
NUMERO 108:
ANCORA SUL VOLO
NUMERO 107:
IL VOLO È FINITO IN PESCE
NUMERO 106:
GRAZIE A NOME DI TUTTI, E ALTRO
NUMERO 105: POCHE RIGHE A ZOILO
NUMERO 104:
RIPETO E CONFERMO
NUMERO 103:
HO DETTO AD ALEMANNO
NUMERO 102:
ILLUMINISTI E SOFISTI
NUMERO 101:
TOTTI VUOLE FARE IL PORTIERE, E IL TEATRO
NUMERO 100:
OTTIME NOTIZIE DALLA PROLOCO DI SOVERATO
NUMERO 99: ROMA, MILANO, SOVERATO
NUMERO 98:
PRECISAZIONI SULLE REGIONALI
NUMERO 97:
FRA QUARANTOTT’ORE
NUMERO 96: 140 GATTI ALLE PRIMARIE
NUMERO 95: LEZIONI DI TEATRO
NUMERO 94: STORIA DELL’ANCINALE
NUMERO 93: SBADIGLI SUL PALCOSCENICO E AD OGNUNO L’ARTE SUA
NUMERO 92: UNA VIA A CRAXI?
NUMERO 91: EX FELICE EX ISOLA
NUMERO 90:
HIC RHODUS, HIC SALTA
NUMERO 89:
AI MIEI TEMPI SÌ CHE...
NUMERO 88: CITTA' O VILLAGGIO?
NUMERO 87: AUGURI
NUMERO 86:
È NATALE SIAMO TUTTI PIÙ BUONI
NUMERO 85:
UOMINI DI CHIESA E DI CULTURA
NUMERO 84:
NOTIZIE CULTURALI E INCULTURALI
NUMERO 83: NEGOZI APERTI
NUMERO 82: U CUMMENTU
NUMERO 81:
BALDASSARRE SINOPOLI! ASSENTE!
NUMERO 80: BUFALE E SOCIALITA'
NUMERO 79:
LA LINGUA DI BABELE A SOVERATO E A FORCELLA
NUMERO 78: GUELFI E GHIBELLINI
NUMERO 77: BUFALE DALL’AMBONE
NUMERO 76:
SCIACALLI E AVVOLTOI DI TUTTI I PAESI UNITEVI
NUMERO 75: QUESTIONI IN SOSPESO
NUMERO 74:
DOV’È LA CULTURA?
NUMERO 73:
PROLOCO DI GASPERINA E PROLOCO DI SOVERATO
NUMERO 72:
FEDE E ARTE PER LA FESTA DI S. GERARDO
NUMERO 71: PIOVE
NUMERO 70:
I RAGAZZINI E IL CENTRODESTRA DI SOVERATO
NUMERO 69:
NE FARAI, DI STRADA!
NUMERO 68: SILENZIO STAMPA
NUMERO 67: A SETTIMANA
NUMERO 66:
GIUSTIZIA CANICOLARE
NUMERO 65:
RISVEGLIO DOPO IL SOGNO DI MEZZA ESTATE
NUMERO 64:
NATA SOTTO CATTIVA STELLA
NUMERO 63:
SIGILLI E BUONA OCCASIONE
NUMERO 62: FROTTOLAI A SOVERATO
NUMERO 61: L'ORCHESTRA DEL TITANIC
NUMERO 60:
COSA DIREI L’11 LUGLIO AL PD
NUMERO 59: LA SUPERBUFALA DELLE SERRE
NUMERO 58:
CHE C’È DA VEDERE A SOVERATO?
NUMERO 57: ATTENTI AL CANE
NUMERO 56: NON FANNO UN TUBO
NUMERO 55: SOVERATO ESCLUSA
NUMERO 54:
LA DEGENERAZIONE DEL TERRITORIO
NUMERO 53:
RESURREXIT E SOVERATO “VECCHIO”
NUMERO 52:
RESURREXIT E GLI UCCELLACCI
NUMERO 51: RESURREXIT, RISORGIAMO
NUMERO 50: LODE A RESURREXIT
NUMERO 49: NOTIZIE DALLA PROLOCO
NUMERO 48: OH NO ANCORA ULISSE
NUMERO 47: UN CONVEGNO DI TERRORIZZATI
NUMERO 46: NARRANTE SENZA NARRATO
NUMERO 45: POVERI PIT!
NUMERO 44: LA SELVA OSCURA DI LAGANOSA
NUMERO 43: LODE A TEO SINOPOLI
NUMERO 42: IL CREPUSCOLO DEGLI DEI FORMATO RIDOTTO
NUMERO 41: NATALE A CASA, UN LIBRO IN MANO
NUMERO 40: QUANDO I PROBLEMI SI AFFRONTANO SUL SERIO
NUMERO 39: SENZA UNA BIBLIOTECA
NUMERO 38: LETTERA CIRCOLARE AGLI AMICI...
NUMERO 37: MIRACOLI A SOVERATO
NUMERO 36: CORAGGIO E INTELLIGENZA
NUMERO 35:
CULTURA, CULTURA
NUMERO 34: RIFORME LOCALI
NUMERO 33: AUTUNNO SOVERATANO
NUMERO 32: CARI RAGAZZI...
NUMERO 31: QUERELOMANIA
NUMERO 30: PER UN ASSE IONICO

NUMERO 29: FARMACIA E PARAFARMACIA
NUMERO 28: POSTA CELERE?
NUMERO 27: AN, UN ASSEMBLAGGIO BUFFO
NUMERO 26: IL PIANO CESARINI
NUMERO 25: CHI CI SALVA DALLE TROMBE D’ARIA?

NUMERO 24: CHI CANTA PREGA DUE VOLTE
NUMERO 23: ARRIVA L’INVERNO, SOVERATO RITORNA A VIVERE

NUMERO 22: TOLLERANZA CENTO
NUMERO 21: CHI LI HA VISTI?
NUMERO 20: CITTÀ EVACUATA
NUMERO 19: STRADE SENZA USCITA
NUMERO 18: ADESSO, PENSATE A GOVERNARE
NUMERO 17: Un’antica usanza per l’Assunta: la “fadda dâ Madonna”
NUMERO 16: ELOGIO DEL POPOLO BASSO
NUMERO 15: TURISMO E UNITA' DI MISURA
NUMERO 14: IL FRATELLO TRADITORE
NUMERO 13: CARLO FILANGIERI, PRINCIPE DI SATRIANO E DUCA DI CARDINALE
NUMERO 12:
ME LO CELEBRO PER CONTO MIO
NUMERO 11: NON CE NE POTEVA IMPORTARE DI MENO!
NUMERO 10: LA SCARPA DI APELLE A TEATRO
NUMERO 9: EUTIMO CE L'HA FATTA
NUMERO 8: SOVERATO IN GUERRA
NUMERO 7: UN SUCCESSO CULTURALE
NUMERO 6: SUBERATUM
NUMERO 5: SOVERATO, IL LUGLIO CHE NON C’È
NUMERO 4: IL SINDACO DI BABELE
NUMERO 3: UN SERVIZIO CULTURALE
NUMERO 2: TRENTA PER CENTO IN PIÙ
NUMERO 1: LA VERA STORIA DI EUTIMO


 

  

Soverato Web.Com
SoveratoWeb.Com - Il Portale di Informazione del Soveratese