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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò |
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Uno svago borbonico tra Soverato Tropea e Vienna
Gli serviva un qualcosa di simpatico e, bene inteso, serio, per un’allegra e degna accoglienza dei suoi ospiti, e ha lanciato un appello tramite la giovane e brillante storica Maria Lombardo. Potevo lasciare senza risposta una gentile fanciulla e un corregionale così intraprendente? Mai! Prendo carta… beh, computer, e butto giù questi versi volutamente gigioni e divertaioli, e tuttavia con la loro parte di non sempre piacevole verità storica. Eccoli: Ferdinando Terzo e
Quarto “Veramente, più a
Floridia”, Tutta Europa da
ogni parte Quando il turno per
Fernando Ben contento fu del
dono, Ricco intanto è il
Mezzogiorno Sono i popoli
felici Sotto l’ultimo
regnante, Ora trascorsi son
tanti anni Dei Borbone e del
Reame Gli altri popoli,
lo ammetto, Apprezzati da Maria e dal Campagnino, bontà loro, diverranno la cornice dei menu del ristorante viennese. Se capitate da quelle parti asburgiche, buon appetito e buona lettura. *** Ora che ci penso, non è la prima volta che la mia modestissima Musa deve vedersela con l’Austria. Bisogna sapere che, nel 1734, l’esercito spagnolo del conte di Montemar sconfisse a Bitonto gli Austriaci, e impose sul trono di Napoli e di quello di Palermo il figlio di Filippo V di Borbone ed Elisabetta Farnese di Parma, Carlo. Ogni anno – io, quando posso andarci – teniamo una manifestazione per ricordare l’evento; e, per dir solo questo, è a Bitonto che, per la prima volta, compare il concetto di indipendenza dell’Italia, con la bella lapide dell’obelisco carolino e la dicitura “ITALIACAM LIBERTATEM”. Le lapidi di Bitonto sono di recente cresciute di numero, quando, con grande spirito cavalleresco, i borboniani, in testa l’ottimo Francesco Laricchia, abbiamo ritenuto giusto ricordare anche i caduti austriaci. Si tenne, due anni fa, una cerimonia ufficiale, e venne scoperto un monumento. L’iscrizione, che è mia, è stata approvata dall’istituzione statale austriaca per le onoranze ai Caduti di tutte le epoche, e collocata nel monumento commemorativo presso la chiesa della Chinisa, dove nel 1734 vennero sepolti i soldati dell’esercito asburgico. Si tratta di un distico elegiaco latino: «Caesaris haud fausto quae paruit Austria Marti Pubes, fata diem, non rapuere decus» (Alla gioventù d’Austria, che obbediva, pur senza fortuna, al comando di guerra dell’imperatore, il destino tolse la vita, non l’onore). Io bisogna che faccia un salto a Vienna. Ulderico Nisticò
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