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Il TAR ha detto che bisogna rifare le elezioni di
Catanzaro; e se lo dice, avrà le sue ragioni. Ma quando dice che in solo otto
sezioni le elezioni vanno rifatte, qui che ragioni abbia mica l’ho capito. E se
non l’ho capito, certo è colpa mia. Io, che dico? Che nel frattempo sono
avvenute almeno un paio di revisioni semestrali delle liste elettorali: può
essere accaduto che un elettore si sia trasferito a Varese; un altro sia rimasto
a Catanzaro, però ha cambiato quartiere; un altro è trapassato; un giovincello
invece nel frattempo ha compiuto diciott’anni; alcuni erano ricoverati in
ospedale e poi sono guariti. Insomma, la situazione di oggi non è la stessa. Il
neovaresotto non può tornare a Catanzaro e riprendere per un’ora la catacense
cittadinanza, e così il trasferito di quartiere; e il minorenne di allora non
può tornare indietro: fugit inreparabile tempus, anche per lui... Tanto
meno può votare il morto: mors, infatti, solvit omnia, persino le
elezioni di Catanzaro.
E allora, rifacciamo tutte le
elezioni? A parte che costerebbero un pacco di soldi, l’elettore delle
sezioni diciamo così pulite perché dovrebbe finire nel calderone delle
sezioni diciamo così poco pulite? Neanche questa è una soluzione. Anche
perché, comunque la si giri, non c’è una soluzione in punta di diritto; di
fatto, ci sia arrangerà, come sempre in Calabria.
Ulderico Nisticò
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