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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò |
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Viva il 22 dicembre
Quella della fine del mondo è una vera fissazione dell’umanità, o, come
diremmo noi dotti, un qualche astruso archetipo della mente umana. Gli Indù,
tramite un complessissimo calcolo, ci informano che anche i lunghi anni del
dio Brahama, ognuno dei quali è pari a qualche miliardo di anni umani,
avranno prima o poi termine, e si ricomincia: detto elegantemente da
Nietzsche l’eterno ritorno; i Germani aspettavano il crepuscolo degli eroi,
seguito dal crepuscolo degli dei, e Wagner l’ha messo in musica; nel
Medioevo pare che temessero l’anno Mille, poi si contentarono di Mille e non
più Mille, e dovevamo lasciare questa terra nel 1999, esattamente il 9
luglio. Sorvolo sulle profezie diciamo così volanti, e dette con tale
convinzione che quasi quasi uno ci crede. Ulderico Nisticò
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