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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò |
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Cunicoli, leggende e storia
Tradizioni simili, in parte anch’esse confermate, si riferiscono ad altri luoghi. il Monte di Tiriolo presenta molte grotte naturali comunicanti, e tra queste, quella del re Nìlio, che si spense con il tizzone cui era magicamente legata la sua vita: un mito simile a quello di Meleagro. Un cunicolo collegherebbe il cenobio di San Gregorio Taumaturgo di Stalettì con la grotta detta prima di Vulcano, poi dello stesso santo, a Caminia: si narra che un gatto, spinto a forza per esperimento nel convento, uscì sul mare. Il vasto altipiano della Lacina presenta i cosiddetti “occhi e mara”, sabbie mobili e voragini che dal monte giungerebbero fino alla battigia. Altri luoghi sotterranei sono opera umana. Di un lunghissimo camminamento si racconta tra la Certosa di Serra e San Domenico di Soriano. Cardinale poggia su un intrico di gallerie artificiali, probabilmente scoli delle acque; e un cunicolo porterebbe in piazza dal “vajuni da Carcera”; qualcosa di simile si dice a Satriano. Sono ben noti i sotterranei di Chiaravalle, ancora percorribili mezzo secolo fa dal vecchio mercato fino alla Cona, passando sotto i palazzi antichi e la Matrice: vennero murati di recente. E Soverato Marina? Una leggenda metropolitana vuole che la città sia recentissima, e invece c’è molto di antico anche a due passi dai condomini moderni. Chi si avventura sotto l’arco di casa Rossi, uscirà quasi sotto l’Istituto Salesiano; e, dopo pochi passi, scorgerà un vuoto continuo, e, dall’altra parte, un muro di struttura molto regolare, che è l’antemurale del castello oggi inglobato in edifici posteriori. Il tutto è attestato da vecchie foto e cartoline. Non manca una leggenda: la torre di Galilea, nota chissà perché come di Carlo V, sarebbe congiunta sotterraneamente con il castello; e qualcuno riferisce una testimonianza di sotterranei e sepolture. In via Chiarello, sotto i palazzi costruiti verso il 1880, si scorge agevolmente un’altra intercapedine, e un accenno di sotterraneo; erano forse le stalle con la presa d’aria. Un cunicolo sotterraneo collegherebbe con questa via quella Trento e Trieste, dunque sotto la linea ferrata. I cunicoli artificiali possono essere stati tracciati con intenzione: passaggi riservati, per difendersi da minacce o anche solo da sguardi indiscreti; nella maggior parte dei casi, si tratta di superfetazioni dimenticate nel tempo, e vecchie case su cui costruendosi divennero cantine e sotterranei. Ma cunicoli e sotterranei sono anche luoghi simbolici. Scendere in una cantina, come, un tempo, salire su un solaio, è un recupero di memoria e ricerca di tempo perduto. Scendere sotto le viscere della terra è simbolo di una catabasi spirituale, di indagine sull’inconscio. Tutti gli eroi scendono nel Regno dei Morti: Gilgamesh, Ercole, Teseo, Ulisse, Enea, Dante; e tornano in qualche modo trasformati. Ulderico Nisticò
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