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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò |
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Soverato rispecchia sempre la politica nazionale
In Italia il PdL è liberale a parole e statalista di fatto; nel PD gli ex comunisti si dichiarano liberali, e i cattolici convivono (!) con Vendola; spunta un centro il cui capo sottinteso, Monti, è un tecnico ex super partes, e nemmeno si può candidare; e dilagano candidature improvvisate di comici e giudici. E siccome qualcuno il 24 febbraio dovrà vincere, nascerà comunque una maggioranza disorganica e dalla breve vita: tipo Ulivo di Prodi, per capirci, o ultimo governo Berlusconi. Soverato anche in questo 2013 rispecchia, a modo suo, questo quadro nazionale: un quadro astratto, di quelli che se li girate sotto sopra sono la stessa cosa. Mancano, infatti, i partiti; al loro posto, si formano le liste, non necessariamente connotate ideologicamente, anzi molto eterogenee, perciò contraddittorie e sempre in pericolo di grave malattia se non di trapasso. Aggiungete che Soverato non è Tokyo o N. York, e i candidabili o comunque quelli che si curano di politica si contano, sono due gatti, compresi quelli che ormai ci siamo tirati fuori o per noia o per età. Questa è la causa immediata delle entrate e uscite e dimissioni e reimmissioni provvisorie; e di quei momenti di asprezza e reciproche insolenze di cui faremmo volentieri a meno, e che consiglierei di archiviare. Ma la causa profonda della crisi politica di Soverato è sociologica: la piccola città è riuscita a rispecchiare anche il peggio delle città grandi, le periferie dormitorio, che impediscono il senso operativo della comunità. A Soverato non si discute, non si analizza, non si scontrano fedi e passioni: e questa mancanza di scontro deriva direttamente dalla carenza di incontro. Che fare? Se la maggioranza attuale collassasse, altro non si potrebbe che tornare a votare; e la situazione sarebbe o la stessa di oggi o contraria, ma non diversa: verrebbe su una nuova maggioranza numerica, questa stessa o un’altra, ma sempre risultato di sommatoria, e perciò a rischio di trapasso o di continua malattia. Intanto l’opposizione deve fare il suo lavoro, che è altrettanto utile dell’amministrare; e che, per sua natura, ha di mira proprio di far cadere la maggioranza. Beh, nulla di strano, lo strano è che io, proprio io, stia per scrivere che si tratta di “normale dialettica democratica”. Funziona così, nell’attuale sistema. La soluzione sarebbe in un’opinione pubblica attiva e intelligente, che elabori analisi e problemi, possibilmente pratici e concreti piuttosto che astratti e libreschi; e di cui le forze politiche organizzate si facciano interpreti; e di fronte alla quale siano responsabili. Ma un’opinione pubblica non si elegge e nemmeno si trae a sorte: o c’è, o non c’è. A Soverato, non c’è; e le non poche debolezze della politica ufficiale derivano anche da questo.Ulderico Nisticò
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