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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò |
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Il teschio
E invece, udite udite, il sindaco di Motta Santa Lucia – evidentemente dopo aver risolto al massimo tutti i problemi del suo Comune e potendo aver molto tempo libero – e alcuni gruppuscoli monodose di secredenti “borbonici” e meridionalisti, non solo reclamano a gran voce la restituzione del teschio, ma, in un Meridione di avvocati – e anche il sindaco è avvocato – si danno all’attività preferita di ogni meridionale DOC: un procedimento giudiziario; e un giudice – certo con un provvedimento del tutto legale – ordina che le parziali spoglie vengano ricondotte, immagino con solenne cerimonia, in patria; se non che un altro giudice – certo con un provvedimento del tutto legale – ordina la sospensiva, e il teschio resta dov’è. Come commedia sarebbe più che sufficiente, ma siccome al peggio non c’è mai fine, ecco che un consigliere comunale torinese ma di calabro sangue propone al civico consesso la restituzione del teschio, e l’assise torinese l’approva; gratis e senza effetto reale, perché c’è di mezzo l’Università eccetera, però giù titoli sui giornali. Intanto la cultura calabrese che fa? Si preoccupa per caso del degrado del patrimonio archeologico, Sibari in testa? O pretende da Stato, Regione etc. i doverosi interventi? O interviene su qualche problema serio e concreto? O critica la classe politica, non sia mai? Macché, se la piglia con Lombroso. Secondo me un bel po’ dei dotti calabresi non sa manco chi fu, e del resto è defunto più di un secolo fa, e anche allora contava poco; però lo odiano teologalmente. E viene tenuto un convegno, ritengo sulla base del più puro volontariato, in un paese che con il Villella non c’entrava nulla, però è pieno di relatori volontari e a spese loro. Se mi sbaglio, smentitemi. In Calabria scrivete libri, ottenete riconoscimenti seri altrove, mettete in scena spettacoli grandiosi… non vi fila nessuno. Inventate una bufala, ed ecco che meridionalisti della domenica, relatori volontari e odiatori vari di Lombroso ottengono il loro mezzo minuto di gloria sui giornali, dei quali non colgono la sottile ironia e credono diano loro ragione. Ulderico Nisticò
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