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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò |
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Per la festa di don Bosco
L’educazione religiosa e morale dei Figli di don Bosco ha sortito i suoi effetti, e Soverato è una città– fidatevi di uno che viaggia molto e la domenica è capitato per la Messa in più chiese e cattedrali – di altissima frequentazione rispetto alla secolarizzazione dilagante. Non meno efficace l’educazione civile e formale, una vera rarità in una Calabria nobilissima e coltissima, ma da sempre e quasi programmaticamente in mediocri o cattivi rapporti con Baldassar Castiglione e Giovanni della Casa! Se Soverato ha un certo stile, lo si deve anche ai Salesiani. L’internato accolse fin dai suoi inizi ragazzi da tutta la Regione, e perché le scuole non erano così diffuse e comode da raggiungere, e soprattutto perché le famiglie si affidavano ben volentieri all’educazione di don Bosco e sul piano spirituale e su quello civile. Ogni ex allievo di un tempo ricorda di aver avuto compagni di classe da luoghi davvero mai prima sentiti nemmeno nominare. Si crearono così legami di amicizia durevoli negli anni. Non da poco che le famiglie stesse vedessero in Soverato il punto di riferimento: una specie di turismo scolastico! La scuola e l’oratorio hanno creato in Soverato quelle attività di teatro, musica e sport che in città e nel territorio ebbero e hanno una buona tradizione. Mi si lasci dire che i figli di don Bosco non furono e non sono per nulla monolitici e prevedibili, anzi, restando fermi i principi, hanno sempre mostrato ampia varietà di pensiero, consentendo agli allievi di ricevere non ovvio indottrinamento ma intelligenti e diverse provocazioni culturali ed esistenziali: un modello educativo raro e prezioso. Nella varietà di opinioni in ciò che è opinabile, tra cui la politica, i Salesiani hanno evitato di impicciarsi di politichetta locale; e hanno fatto bene. Le sporadiche eccezioni hanno fatto solo danni. A sua volta, Soverato, se ha avuto tanto dalla secolare presenza salesiana, diciamo pure che l’ha accolta e rispettata come meritava; una sorta di simpatia tra una comunità sempre piuttosto di spirito moderno e attivo come quella soveratese, e una Congregazione che, sull’esempio di don Bosco, vive nel tempo e ne conosce qualità e difetti; e ciò spiega in gran parte la scelta di Soverato come la sede più significativa della presenza salesiana in Calabria. Famiglia salesiana sono anche le associazioni e le varie forme di cooperazione. L’Oratorio è assai importante per fornire ai ragazzi un’alternativa al bighellonare. Di molti Salesiani resta una memoria dopo decenni, e come sacerdoti e come educatori e come insegnanti. Don Bosco è Compatrono, con l’Addolorata, della città; e quella del 31 gennaio è una festa non solo rituale, direi sostanziale per le radici, e, ci auspichiamo, per l’avvenire di Soverato.Ulderico Nisticò
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