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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò |
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Una bella bagnante dell’XI secolo
A questo punto, ecco una chicca, la quale dimostra che anche studiare la storia può essere un vero spasso: “Egli aveva una sorella, che fu presa prigioniera con lui. Ed era di tanta bellezza, che se si recava al mare per fare il bagno, o per far prova avesse messo le gambe in qualche fiume pescoso, i pesci, attratti dalla sua bianchezza, le nuotavano vicino, tanto da poter essere presi con le mani”. Peccato non sapere il nome di questa meravigliosa fanciulla bagnante nelle acque dell’Adriatico e dei fiumi; e, come appare, in abbigliamento adatto al nuoto, diciamo così essenziale. Eh, Malaterra, che malpensante! Malaterra con “si aliquando ad mare balneatum venisset” attesta essere operazione normale, per una donna di quel tempo e quel luogo, di farsi una stagione balneare tra una guerra e l’altra! Del resto anche Laura del Petrarca pone le belle membra nelle chiare, fresche e dolci acque, il che non poté certo avvenire con addosso i sontuosi abiti delle nobildonne del XIV secolo. L’età moderna dimenticò questi costumi, anzi smisero anche di lavarsi, donde lo sviluppo della scienza dei profumi nelle regge dei sovrani Sole e Luna, in difetto di un semicupio! Si narra che la prima a rifare un bagno di mare fu Carolina di Borbone Due Sicilie, figlia di Francesco I e moglie, dal 1816, di Carlo Ferdinando di Borbone Francia duca del Berry, una donna di grande vivacità anche culturale, e che ebbe gran peso negli avvenimenti politici francesi: la sola Borbone veramente reazionaria! Un giorno ordinò di essere portata sulla spiaggia, e, mentre i soldati facevano a debita distanza un cordone, entrò orgogliosamente nelle acque dell’Atlantico. A Napoli dagli anni 1850 c’erano ben attrezzati stabilimenti balneari; a Soverato, come sappiamo, dal 1885 circa, quando ancora a Ostia pascolavano i bufali (bovini, non teorie sui templari) e a Rimini manco quelli si azzardavano. Quanto alla bagnante longobarda anonima, via, bandiamo un concorso per battezzarla: Adalgisa, Adelperga, Ermelinda, Ermengarda, Gisa, Ildegarda, Ranigunda, Romilda, Rosmumda, Sighelgaita, Teodolinda… Una malignità anche noi: che fine fece una così attraente prigioniera?Ulderico Nisticò
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