1.
Sotto gli Angioini la Calabria venne costituita in Ducato; il titolo di
duca di Calabria fu appannaggio dell’erede al trono, una costumanza ripresa poi
dai Borbone; e, in qualche modo, il Ducato veniva governato in maniera solidale.
2.
Verso il 1580, Filippo II d’Asburgo Spagna, nella veste di re di
Napoli, diede vita alle Province, e il Ducato venne diviso in Calabria
Citra (Nethum) e Calabria Ultra. Il confine lasciava alla Citra Cirò e
il Reventino.
3.
Il preside della Citra risiedeva a Cosenza; quello dell’Ultra,
dopo vicissitudini e indecisioni, da Reggio passò a Catanzaro.
4.
Sotto Murat, il capoluogo dell’Ultra fu Monteleone, l’attuale
Vibo V.
5.
Ferdinando di Borbone, tornato a Napoli e unificati i suoi due
troni nel Regno delle Due Sicilie, lo stesso 1816 riordinò le province,
che in Calabria divennero tre: Citra, con capoluogo Cosenza; Ultra Prima
con Reggio; Ultra Seconda con Catanzaro. I confini di questa vennero
stabiliti da Guardavalle a Nicotera; e da Crucoli a Nocera [Terinese],
come si vede salendo un po’ a settentrione del Neto rispetto al passato.
6.
Si dovette attendere il 1992 perché trovassero soddisfazione le
ambizioni di Vibo e Crotone di potersi fregiare del glorioso titolo di
capoluogo! Per loro vennero ricavate due piccole e asfittiche province,
sottratte a Catanzaro. Potevano avere un senso una provincia tirrenica
da Pizzo a Palmi; o una di Crotone che comprendesse Cariati e S.
Giovanni in Fiore: ma prevalsero contingenti comodi.
7.
Nessuno osò togliere un centimetro a Cosenza, entità così vasta
che con cinque si fa un’Albania, e con sei il Belgio!
8.
Intanto Reggio è diventata “città metropolitana”, qualunque cosa
ciò significhi, e io temo non significhi niente a parte un pennacchio.
9.
Se la riforma non fosse stata affossata prima di nascere, le
province sarebbero tornate due come prima del 1816: Cosenza, e Catanzaro
fino a più o meno l’Aspromonte; più la Metropoli. Non se ne fece nulla,
ovvio.
Cosa saranno le nuove province elette dai sindaci? Se saranno enti
intermedi tra Regione e Comuni, con poteri e autonomia finanziaria, si
renderanno utili; se no, non servono, e sarebbe meglio chiuderle del tutto.