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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò |
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Fatti interni ed esterne soluzioni
Abbiamo detto più volte che la città è priva di una vita politica perché è priva di occasioni di confronto e dialogo, ed è priva di queste perché nessuno le cerca. Nelle manifestazioni culturali e sociali, in verità numerose, di politica non si parla, e in fondo è giusto che sia così; mentre i luoghi e le situazioni destinate alla politica, cioè i partiti e simili, semplicemente non esistono. Prendiamo ad esempio il PdL: sarei curioso di sapere se abbia iscritti nel senso più ovvio, ovvero con tessera, e quanti eventualmente essi siano; e dove s’incontrino, discutano, litighino, contestino, eleggano, destituiscano, facciano una cosa qualsiasi delle cose che si dovrebbero fare nella sezione di un partito politico. Lo stesso per gli altri, ma qui dobbiamo trattare del PdL. Se dovremo votare, è abbastanza probabile che mettano assieme una lista del PdL. Dite voi, senza sedi, senza partito, senza segretario… Ma certo, per una lista bastano sedici nomi più uno, elencati con il criterio “ti vuoi candidare?”, ovvero “porta voti”. Se dovremo votare, è abbastanza probabile che la lista del PdL torni a vincere. Se vince, come è abbastanza probabile, è non probabile di meno che dopo un po’ di mesi torni a cadere, essendo stata messa assieme alla come capita. Idem per le altre liste. Soverato avrebbe bisogno di qualche idea, e perciò di un luogo fisico e culturale dove pensarla, proporla, discuterla; e di un gruppo di persone che lo faccia. Sarebbero quelli che una volta, molti decenni fa, si chiamavano i maggiorenti per autorevolezza, età, stima… i quali si incontravano ogni tanto con la scusa di una cena o di partitella a carte, e lì si chiedevano il da farsi; e, dopo aver analizzato e deciso, decidevano anche chi doveva fare il sindaco e chi l’assessore eccetera: in quest’ordine, non prima la lista e poi il programma; programma, del resto, che qualsiasi fantasioso in mezzora sa scrivere. Ecco dunque che io proporrei, molto timidamente, che questi maggiorenti, se ci sono, s’incontrino, si parlino, decidano e indichino. Se c’è un conflitto ideologico, che ogni gruppo s’incontri per conto suo. Come si fa a sapere se uno è maggiorente o no? Beh, io una discriminante ce l’avrei: se quello che ha da dire lo dice in massimo cinque minuti d’orologio. Se impiega i primi quattro per dire che sarà breve, peggio per lui, vuol dire che non è un maggiorente ma un logorroico. Ulderico Nisticò
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