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i partiti politici a Soverato, come del resto in tutta Italia,
semplicemente non esistono se non come sigle e dirigenti octroyées
da qualche Pincopalla a sua volta ottriato da un Pancopilla più
importante; perciò quello che dicono e pensano e scrivono i partiti
circa Soverato non vale nulla ai fini che io mi propongo, che sono
quelli della Politica nobilmente intesa, ovvero l’arte del bene comune;
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purtroppo però i partiti, pur non esistendo, sono in grado di
formare liste elettorali, e, per effetto degli automatismi della legge,
di vincere le elezioni, anche solo con un voto in più; infatti, la gente
va a votare, e, se non trova un’alternativa seria, vota per una
qualsiasi delle liste che trova;
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va perciò creata l’alternativa, e, ovvio, non nel senso che a
maggio del 2014 si metta assieme una quinta o se sta lista con illustri
sconosciuti oppure con molti parenti; nel senso che fin d’ora qualcuno
s’incontri per chiedersi quali siano i problemi generali e i più urgenti
problemi particolari, e affacci non utopie e sogni e teorie e
intellettualismi, ma soluzioni possibili e praticabili;
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da una seria disamina deriverebbero anche dei nomi, e non il
contrario come si fa di solito; e le persone indicate sarebbero
portatrici delle suddette disamine e soluzioni, e non presunti maghi
Zurlì che salvano la baracca;
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a riunirsi per discutere dovrebbero essere i maggiorenti: un
concetto che, sulle prime, sembra vago, ma a ben vedere è assai
concreto: sono quelli che contano qualcosa per età, cultura, presenza
nell’economia e nel lavoro, buon senso, e, suprema discriminante,
capacità di dire qualcosa in cinque minuti senza prima ammorbarci con
diluvi di ideologie della domenica;
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non è detto che per riunirsi bisogna per forza essere della
stessa ideologia; ci sono problemi terra terra… per esempio, la
spazzatura;
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condizione indiscutibile per iniziare a discutere, tre garitte
tipo quelle sotto le quali svolsi i miei sessanta turni di guardia
armata ai tempi della naia: una a San Nicola; una al Canale; una al
bivio del Palazzetto; e, in aggiunta, difesa della battigia, un tempo
erroneamente detta da Qualcuno bagnasciuga. A che serve tutto ciò? Siamo
forse nuovamente minacciati dai Saraceni? No, tranquilli: la protezione,
tranquilli, metaforicamente armata ha lo scopo di impedire ogni
invasione da Reggio, Catanzaro, Serra San Bruno o via mare; e poiché
siamo nel mondo della tecnologia, bisogna anche schermare cellulari e
computer;
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ovvero, i fatti di Soverato dobbiamo studiarli e risolversi a
Soverato, senza interventi di Questo o Quello. E mi spiego. I
machiavellismi all’amatriciana mi fanno sempre senso, ma almeno
avrebbero una logica per quanto perversa, se qualcuno dice:
accontentiamo la presidente X o il presidente Y e in cambio danno
qualcosa a Soverato; qui, a mia scienza, Soverato non ha ottenuto un bel
nulla dalla Regione o dalla Provincia, nemmeno la carità della distratta
presenza a convegni e manifestazioni pur di alto livello culturale.
Neanche per interesse dunque dobbiamo sentire il dovere di dar retta a
chicchessia da Catanzaro, Reggio eccetera;
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siccome ognuno deve rispondere di se stesso, vi comunico che io
nella vita voglio continuare a fare quello che faccio, cioè il battitore
libero: tenere conferenze e convegni, pubblicare libri, scrivere testi
teatrali, firmare articoli, venire incontro alle richieste di chi ha
bisogno di un qualche intervento culturale, zappare, andare in bici,
portare a spasso i cani eccetera; e non ho tempo né voglia né strutture
mentali per ricoprire alcuna carica;
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già, ecco cos’è un maggiorente, proprio così: esprime fondati e
ascoltati pareri, e affida a qualche giovane serio l’attuazione.