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Cassiodoro
non era ingrato, anzi per tutta la sua lunga vita si ricordò con simpatia
del suo amico e re Teodorico morto moltissimi anni prima. Non si può dire lo
stesso dei suoi posteri, posterissimi compaesani di Squillace, i quali il 17
tengono un convegno sul dotto personaggio, e non si degnano manco di
mandarmi un invito, non dico una telefonata. Così io ho già preso impegni, e
non posso salutare il relatore principale, il prof. Franco Cardini di
Firenze, che è amico mio, presidente di Identità Europea cui sono iscritto,
e direttore della rivista Europa Italia alla quale collaboro. Pazienza, lo
vedrò altrove.
Perché Squillace doveva farmi una telefonata? Beh, diciamo che qualcosa per
Squillace io negli ultimi decenni ho fatto, qualche motivo di riconoscenza
ci sarebbe, e qui confusamente elenchiamo:
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organizzazione e gestione personale della manifestazione
Le nozze di Sancha e Jofrè;
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organizzazione e gestione personale della manifestazione La
visita dei Borgia;
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organizzazione e cogestione della manifestazione Il processo a
Guglielmo Pepe;
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altre cose minori, ma sempre senza compenso e a spese mie
esattamente come sopra;
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conferenze e convegni;
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gite organizzate da me allo scopo di far conoscere Squillace;
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collaborazione a Vivarium Scyllacense;
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pubblicazione di Cropani a Lepanto con l’orazione funebre di fra
Lattanzio tenuta a Squillace per Guglielmo Sirleto nel 1585;
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e, per giocare in casa, l’articolo Esquilanche, nr. 181
del Fantasma del fabbro, con il nome di Squillace nella storia spagnola
e dell’America Latina;
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rappresentazione dell’atto unico Squillace, i muri e le anime,
in onore di Lina Wertmuller;
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rappresentazione a S. Andrea di
4 ottobre 1806,
coprotagonista del dramma Guglielmo
Pepe;
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eccetera, parecchio eccetera.
Però, se a Squillace mi trattano poco bene, magari è il caso che faccia qualche
esame di coscienza, che non abbia commesso qualche colpa anch’io. E, se
vogliamo, qualche peccato a mio carico…
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del suddetto Guglielmo Pepe ho sempre detto che come generale
valeva pochissimo, assai meno del misconosciuto fratello Florestano, del
quale ho sempre tessuto gli elogi. E sono in ottima compagnia, quella
della storiografia militare, se pensate che la caserma Pepe di Catanzaro
mica è dedicata a Guglielmo, ma a Florestano: et pour cause!
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parlando e scrivendo di Cassiodoro, non ho mai ripetuto la bufala
che Vivarium e Castellense fossero “la prima università d’Europa”, e ciò
per la semplice ragione che non è minimamente vero, e quella fondata da
Cassiodoro fu certo un’istituzione culturale, ma non ha niente a che
spartire con una università;
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nel capitolo “Skylletion e Scolacium” del volume Borgia della
Rubbettino non ho proclamato mai Ulisse fondatore di Scillezio, bensì
secondo il mito Menesteo, secondo le fonti storiche gli Ateniesi;
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e non mi fate parlar di Gloucester e di Sétif.
Con
queste quattro colpe così imperdonabili, volete che mi invitino a Squillace? Ulderico Nisticò
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