|
Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò |
Numero 530 - Per eventuali Commenti su questo articolo scrivere a: info@soveratoweb.it |
Ulisse e la filologia
Perciò il filologo non si preoccupa se Odisseo (latinamente, Ulisse) è nato, ha messo il primo dentino, viaggiò ed è trapassato; ma di chi e in quale contesto ne è stato creato il mito. E Ulisse nel mito trionfa, sgavazza: ha spazio nell’Iliade, è protagonista dell’Odissea, ma anche del II dell’Eneide e di varie opere antiche; e lo canta Dante nel XXVI dell’Inferno; e Foscolo prima bene e poi male; e Joyce… Presente dovunque, e sentite questa: Ceterum et Ulixen quidam opinantur longo illo et fabuloso errore in hunc Oceanum delatum adisse Germaniae terras, Asciburgiumque, quod in ripa Rheni situm hodieque incolitur, ab illo constitutum nominatumque; aram quin etiam Ulixi consecratam, adiecto Laertae patris nomine, eodem loco olim repertam, monumentaque et tumulos quosdam Graecis litteris inscriptos in confinio Germaniae Raetiaeque adhuc exstare. Tacito è, che nella Germania attesta che persino la città di Ascinburgo, oggi Moers-Asberg, venne fondata dal ramingo eroe; e una lapide odissiaca si trovò niente di meno che verso l’attuale Baviera. Però conclude spiritosamente così: Quae neque confirmare argumentis neque refellere in animo est: ex ingenio suo quisque demat vel addat fidem. Ovvero: non me ne curo, fate voi e pensatela come vi pare. Vedete a che serve la filologia? Dovunque fu, il non fedelissimo marito di Penelope; dovunque, tranne che in quella che dall’VIII secolo dC si chiama Calabria. Qui non c’è uno straccio di mito che parli di una permanenza di Ulisse dalle nostre parti tranne: il cenno di Cassiodoro che, dal punto di vista filologico non vale nulla; il mito di Polite ed Eutimo a Temesa (ho scritto e rappresentato un dramma; ne ho parlato su queste pagine, cercatevi gli articoli), un passaggio lampo e precipitosa fuga; e un cenno a tale Draconte, compagno di Ulisse, cui sarebbe stato eretto sul Tirreno un heroion; ma né Polite né Draconte compaiono nell’Iliade e nell’Odissea. Fine di Ulisse in “Calabria”. Invece è ovvio che una città fondata da Atene elabori un mito ateniese; ed ecco Menesteo. Nemmeno uno qualsiasi, se vogliamo: è rivale politico di Teseo; per farsi amico il popolo inventò niente di meno che l’oratoria comiziale; diviene re; partecipa alla guerra di Troia; va, non si sa a fare che, in Libia… e fonda Scillezio. Ma a Squillace, a Borgia e dintorni, non dico un monumento, una via importante… macché, manco un vicolo disperato dedicato all’ecista mitico di Scillezio, Menesteo. Ve l’ho detto, io, che a Squillace sono un pochino ingrati!Ulderico Nisticò
ARTICOLO CORRELATO
Per eventuali Commenti su questo articolo scrivere a: info@soveratoweb.it |
|