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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò |
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La differenziata, pare! Alleluia
La differenziata si fa in tre tempi: tempo 1, raccolta per diverse tipologie; tempo 3, vendita del materiale ricavato e guadagno di soldi. Facile, no? Il piccolo problema è il punto 2, ovvero come si fa. Già, dovete sapere che per lunghi anni la mia famiglia ed io abbiamo separato carta e plastica e vetro eccetera, diligentemente depositandoli in appositi cassonetti, per poi venire a sapere che il tutto, rigorosamente reindifferenziato, finiva ad Alli e Pianopoli. Ora credo per fede, credo quia absurdum. Per fare una differenziata seria ci vuole una filiera (in Calabria, parola pericolosa, sa di contributi!), cioè delle vere aziende con capitale, dirigenza, maestranze, luoghi di lavoro… un ragioniere e cento operai, e non cento ragionieri per un operaio solo e in malattia come si usa nella nostra assistitissima terra! Aziende il cui scopo unico sia l’attivo di bilancio e non il ripiano dei debiti previa amicizia in alto loco… amicizia e alto, si fa per dire! Ricapitolando. Si pigliano i rifiuti già differenziati. Si portano negli appositi luoghi di lavorazione, siti nelle sterminate campagne abbandonate della Calabria. Si trattano per vedere cosa vale la spesa di recuperare. Si riusano, oppure si vendono a chi li riusa. Quello che proprio è impossibile, si pressa e si fanno mattoni. Chi deve fare tutto questo? Personale abile e alacre, ben preparato, volenteroso, avvezzo alla manualità… E, sia chiaro, con divieto assoluto, per contratto, di concorso interno per diventare direttore generale e cavaliere seduto. Mica sopra un cavallo, che avete capito? Torniamo un po’ indietro. Le famiglie devono trovare necessario, e anche conveniente, differenziare, anche con incentivi. Essenziale è però l’educazione… no, fermi, non sono passato dalla parte degli antimafia segue cena: per educazione non intendo convegni con relatore ben pagato, ma multe da levare il pelo a chi non fa il suo dovere e lascia sacchetti fuori posto e fuori orario. Colpire uno per educare cento. A proposito, facciamo qualcosa anche per le cacchine dei cani? Ulderico Nisticò
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