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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò

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Elenco delle bufale

  


Quando i Longobardi portarono in Italia i bufali, e ciò, secondo Paolo Diacono, terrorizzò gli Italiani che mai li avevano visti, trattavano, come aveva detto Tacito dei Germani in genere, il latte rappreso e senza saperlo conservare a lungo, cioè ne facevano la mozzarella, che, se è genuina, è dunque di bufala. Siccome tante bovine bufaline non ci sono nel Cilento, nel Foggiano, nel Basso Lazio e in Maremma, e non possono essere allevate facilmente altrove, al latte di bufala venne aggiunto poi quello di comune mucca nostrana. A Roma, con il tradizionale spiritaccio cattivo, dissero per antifrasi che una mozzarella era bufala proprio perché non lo era o non del tutto o solo un poco. Questa premessa storico-casearia serve a chiarire che bufala non significa esattamente una banale fandonia, bugia come potrebbe essere “l’asino vola”, ma è un gioco di parole ai limiti della logica, da “l’asino corse così veloce che pareva volasse”, a “volò”; e se uno scrive un libro ed è introdotto in tv e sui giornali compiacenti, e il libro è antimafia segue cena, e c’è qualche amico del TG3 Calabria da Varapodio, alla fine molti credono che il grigio quadrupede davvero voli come una poiana; e comprano copie. Capito, lettori, cos’è una bufala?

 Nella cultura della domenica o fin de table che dir si voglia, diffusissima in una Calabria che rifiuta ogni specializzazione e spirito critico e filologico, e si vede, e dove sono tutti storici e latinisti e grecisti, e teologi, non da ora ma da secoli circolano infinite mandrie bufale, delle quali qui di seguito darò un elenco alfabetico, sicuramente non esaustivo:

1.     Annibale passò sul ponte medioevale di Argusto, con svincolo;
2.     Barlaam di Seminara insegnò il latino al Petrarca;
3.     Calabria vuol dire ricca di beni;
4.     Castelvetere è Caulonia;
5.     Cristoforo Colombo era un tantino calabrese;
6.     gli scheletri di Squillace sono due amanti mano nella mano;
7.     i Bizantini erano monaci, tutti monaci;
8.     i marinai Feaci, secondo Wolf, stavano a Tiriolo, mt 800 slm;
9.     i megaliti di Nardodipace, secondo Raso, contengono lunghissimi testi nella lingua dei Pelasgi, che egli legge scorrevolmente come fossero un numero di Paperino;
10.  i templari (maiuscolo: Templari Federiciani) sono anche a Gerace;
11.  i templari stavano a Montauro e Gasperina;
12.  i templari, secondo degli indigeni, stavano anche a Chiaravalle;
13.  il nonno di tutti i Calabresi era come minimo cavaliere, spesso barone, ergo “noi siamo nobili”, con un numero a piacimento di b purché tante;
14.  il problema più grave del Sud è il teschio del povero Villella a Torino;
15.  Italo era un re pacifista vegetariano;
16.  Jasmine, erede di Federico II, distribuisce titoli nobiliari;
17.  l’Ancinale è il Cecino;
18.  l’Ancinale è la Sagra;
19.  la battaglia di Soveria Mannelli segnò nei millenni la storia d’Italia;
20.  la Calabria è una terra di santi;
21.  la Sacra Sindone villeggiò qualche secolo a Roseto C. Spulico;
22.  la scuola combatte la mafia, segue cena;
23.  le Isole Fortunate degli antichi erano la Calabria;
24.  M. Claudio Marcello cadde in battaglia a Montepaone Sainaro, e ne è stato ritrovato il teschio;
25.  Melito P. Salvo è il punto più a sud d’Europa, Capo Sud;
26.  Mongiana è l’inizio della rivoluzione industriale nel mondo;
27.  Nostro Signore Gesù Cristo visse a Crotone ed era un pitagorico;
28.  nove papi del passato remoto furono calabresi;
29.  Omero, secondo Mosino, era di Reggio;
30.  Policastro è Petilia;
31.  s. Bruno venne da noi a fare l’eremita: gli mancavano, i deserti, in Francia, Germania, Roma…;
32.  s. Gennaro è nato in non so quale posto del Poro;
33.  Scilla e Cariddi furono a Scilla;
34.  Ulisse passò da Squillace, che si è gemellata con Itaca, perché Ulisse…;
35.  Ulisse passò da Temesa: questa è l’unica notizia mitologicamente genuina, però la elenchiamo tra le bufale perché, essendo vera, non l’apprezza nessuno;
36.  Ulisse ripartì, secondo un assessore, da Catanzaro Lido e, per non far torto a nessuno, anche da Simeri; in ogni caso, da “quì” con un accento che denota, nell’assessore del tempo, certo una squisitissima conoscenza del greco omerico, però un’immensa e desolata sconoscenza dell’italiano;
37.  Ulisse, secondo Gatti, sbarcò a Copanello;
38.  Ulisse, secondo Mosino, andò a Nardodipace e ivi trovò i Lestrigoni sotto forma di megaliti;
39.  Ulisse, secondo uno che non mi ricordo, sbarcò a Crotone;
40.  Ulisse, secondo Wolf, sbarcò a S. Eufemia.

 Eccetera. Ognuna di queste notizie è bufala perché contiene qualche volta una piccola dose di verosimiglianza, ma poi sfugge di mano e diventa fantasia a ruota libera come i cavalli selvatici che, sempre secondo Paolo Diacono, arrivarono in Italia assieme ai suddetti bufali. Per esempio di tutti gli esempi, la Magna Grecia, la quarantunesima bufala. Dite voi, ma la Magna… e sì, ragazzi, lo so per professione: il primo a parlarne fu Polibio, ma anche Cicerone, Dionigi, Diodoro, Plinio… e le città greche di Sibari, Crotone, Reggio, Locri e molte altre minori ci furono e ci sono; e anche Stesicoro, Ibico, Nosside, Alessi; e Alcmeone, Senocrito e altri medici; e Milone e moltissimi altri atleti; e Pitagora e gli Eleatici; e politici e guerrieri come Anassila, Fitone, Zaleuco… E basta: quanto sopra è vero, da questo momento in poi pascolano bufale a milioni. Quando piove troppo, c’è sempre uno scemo del villaggio che, con aria ispirata, annunzia che ai tempi della Magna Grecia non pioveva mai; idem al contrario quando il tempo è secco; se ammazzano qualcuno, subito ad avvertirci che ai tempi della Magna si teorizzava e praticava la pace: inutile raccontare che solo qui da noi nella storia ellenica capitò che città greche distruggessero altre città greche (Siri, Sibari, Caulonia, Ipponio, Reggio… ), il pacifista ti guarda con compassione; e Pitagora (vedi bufala 27) istigò alla distruzione di Sibari e la ottenne alla grande; Italo (vedi bufala 15) sottomise i popoli come fanno tutti i conquistatori della storia: o con la politica o con la guerra, e ce lo raccontano così gli antichi; il Cecino (vedi bufala 17) scorre tra Locri e Reggio, scrivono Tucidide e altri; Barlaam (vedi bufala 2) diede al Petrarca qualche assaggio di greco, ma a sua volta conosceva pochissimo il latino, ci dice proprio messer Francesco che era latinista insigne quando non sapeva manco chi fosse Barlaam; Ulisse… beh, penso di essermi spiegato a sufficienza: è il bufalone DOC! a Soveria Mannelli (vedi bufala 19) non si sparò un colpo, e il generale borbonico Ghio si arrese per diecimila ducati: il telegramma di Garibaldi ha solo il valore storico di dimostrare che nel 1860 a Soveria funzionavano i telegrafi, alla faccia dei depressi e piagnoni e antiborbonici; Mongiana (vedi bufala 26) era un’onesta industria di Stato di modeste dimensioni, quando in tutta Italia, tutta, Torino inclusa!, c’erano meno fabbriche che nella sola Manchester. Ah, bufala 24: per favore, quella famosa anfora con teschio, mi dite dov’è affinché io la possa vedere con i miei occhi, a parte un disegno scopiazzato uno dall’altro? Mistero!  

 Un ultimo esempio. Leggiamo questo elenco di scritti di Corrado Alvaro: opuscolo liceale Polsi nell'arte, nella leggenda, e nella storia; opere vere: Poesie grigioverdi (1917); La siepe e l'orto (1920); L'uomo del labirinto (1926); L'amata alla finestra (1929); Vent'anni (1930); Gente in Aspromonte (1930), La signora dell'isola (1930); Itinerario italiano (1933); Il mare (1934); Terra Nuova. Prima cronaca dell'Agro Pontino (1934); L'uomo è forte (1938) per il quale riceve il Premio dell'Accademia d'Italia della letteratura nel 1940; Incontri d'amore (1940); L'età breve (1946); Lunga notte di Medea (1949); Quasi una vita (1950) per il quale ottenne il premio Strega nel 1951; Il nostro tempo e la speranza (1952); Un fatto di cronaca (1955); Belmoro. Più corrispondenze di viaggi in Turchia e Russia etc, teatro, scenografie di film, collaborazioni giornalistiche a livello nazionale e internazionale. A parte le paginette scolastiche su Polsi e Gente in Aspromonte, non c’è nulla di nulla che riguardi la Calabria nemmeno di striscio; e i racconti non sono affatto denunzia sociale o roba del genere, ma si accostano alle epiche Novelle della mia Pescara di d’Annunzio. Fine. Perché dovete costringere un uomo di grande apertura mentale quale fu Corrado Alvaro a diventare un piccolo piccolo piagnone della miseria di una Calabria nella quale egli per altro, a parte l’essere nato, non mise quasi mai piede? Alvaro, come Grisi e Altomonte, è uno scrittore di vaglia nonostante sia calabrese, non perché calabrese. Troverò mai un professore calabro che mi creda? Mai! Nemmeno i lettori, temo.

 Anche Mino Reitano era un valido cantante, con voce educata, e di successo genuino, prima di scivolare nel piagnisteo calabro-familiare e deprimersi anche nell’ugola. Peccato. Viva le sorelle Bertè, che la Calabria l’hanno vista solo per farsi il mare durante le ferie. Forse.

 A dire il vero, dovunque nell’orbe si raccontano bufale. La storiografia francese, pur metodologicamente e tecnicamente così attrezzata da far scuola al mondo, è totalmente inattendibile nelle sue conclusioni perché persegue un solo unico scopo, dimostrare che la Francia è grande. Se qualcuno ha la sovrumana pazienza di leggere la fluviale narrazione che ne fa V. Hugo e non sa la storia per conto suo, si forma l’idea che Waterloo sia stata non la scoppola francese ben nota, ma una specie di pareggio fuori casa, e fu colpa dell’arbitro (non scherzo: leggete il capitolo Quid obscurum). Lo stesso per il 1940-4; i Tedeschi conquistarono la Francia in quindici giorni tutto compreso, la Francia occupata lavorò per la Germania profumatamente pagata in solidi marchi (e, sia detto per inciso, l’operaio francese per la prima volta nella sua storia conobbe assistenza sanitaria e altri benefici sociali che il lavoratore teutonico conosceva dai tempi di Bismarck, e figuratevi sotto Hitler), e alla fine s’inventò la resistenza e che aveva stravinto la guerra. Ragazzi, sono bufale mille volte più grossolane dello sbarco di Ulisse a Tiriolo e dei templari a Montauro… a proposito, la bufala dei templari e del Santo Graal l’hanno inventata sempre i Francesi… E allora, dite voi, perché io lascio stare i gallici bufaloni e me la piglio con povere bufalotte nostrane come Italo erbivoro e Gesù di Crotone e bruciacchiati cavalieri di Gasperina?

 Presto detto: perché i Francesi quando mentono, mentono a mente fredda e sapendo di mentire, lo fanno apposta e per un consapevole, sia pure malinteso, dovere patriottico; i Calabrotti invece credono davvero, seriamente, alla lettera che sia esistito Ulisse… non il mito di Ulisse, magari: proprio uno vivo e vegeto chiamato Ulisse, nato a Itaca verso il 1210 a. C., di professione re, codice fiscale DSS00000001 (è il re, no?), e sbarcò davvero nel senso che è sceso da una nave (veramente, fu zattera) e salito fino a Tiriolo dietro la procace e allettante Nausicaa dalla biancheria ben lavata a S. Eufemia. Gente che crede allo sbarco di Ulisse eccetera è così ingenua e priva di senso critico e maturità umana che, nei secoli, ha creduto anche allo sbarco di Garibaldi, a quello degli Americani, al Centro Siderurgico, alla SIR, a Saline Ioniche, all’A3, alla Superstrada delle Serre, eccetera. Ha creduto alla Regione Calabria di tutte le salse: Guarasci, Ferrara, Perugini, Ferrara di nuovo, Dominijanni, Principe, Olivo, Rhodio, Veraldi, Meduri, Loiero, e G. Nisticò, B. Caligiuri, Chiaravalloti, Scopelliti; e, qui vicino, a Soriero, Bevilacqua, G. Pittelli… Domani gli stessi polli crederanno alla prima faina che promette loro un posto, un sussidio.

  Per tutte queste ragioni io continuo a picchiare per schiarire le obnubilate menti. Invano, lo so. A me non crede nessuno, per le seguenti ragioni: 1.il mio cognome finisce in vocale, ò, e non sono quindi tedesco, inglese, francese…; 2.vivo a Soverato e non a Milano; 3.non ho la gobba da secchione, anzi la schiena drittissima, e sorrido invece di apparire lugubre e torvo d’invidia; 4.parlo chiaro ed esplicito, e faccio nomi e cognomi invece di prendermela genericamente con la storia di cinque o seimila anni fa e con la “mentalità” segue cena; 5.non racconto favole e non pascolo bufale; 6.se racconto favole e le metto in scena, vedi Eutimo, dico che sono favole, poesia e letteratura, e non che ho scoperto e mi devono dare la cittadinanza onoraria… 7.me ne impipo anche di questa, però non provate a metterci le pezze a colore con finta cordialità.

Ulderico Nisticò

 

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Riflessioni e notizie in ordine sparso
NUMERO 305: L’uovo di Colombo dell’immondizia
NUMERO 304: Gli iconoclastici nostrani
NUMERO 303: Piccoli Comuni: l’ho sempre detto, io.
NUMERO 302:
Il Campionato mondiale di motonautica
NUMERO 301:
IN MARGINE AL CONVEGNO SULLA GRANGIA
NUMERO 300:
I NOSTALGICI DEL PASSATO CHE PASSÒ
NUMERO 299:
110 E LODE E LA TERATOPOIESI
NUMERO 298:
Letargo e voce del verbo ignorare
NUMERO 297:
Divagazioni a proposito di un film su Nassiriya
NUMERO 296:
LA PROLOCO E ALTRA ARTE
NUMERO 295: MONTAURO TRA STORIA, ARTE E MIRACOLI
NUMERO 294:
I COMMERCIANTI E IL CORSO
NUMERO 293:
SPIAGGE VUOTE
NUMERO 292:
FONTANASECCA
NUMERO 291:
INSISTO SUL QUARZO
NUMERO 290: SI VIVE ANCHE DI EMOZIONI
NUMERO 289: TURISMO E FLUSSI
NUMERO 288:
LA MIA ANTIMAFIA È PIÙ BELLA DELLA TUA
NUMERO 287:
NOTIZIE DAL TEATRO DEL GRILLO
NUMERO 286:
DONNE E CAVALIERI AL CINEMA
NUMERO 285:
ANCORA SUL QUARZO, O COMAC
NUMERO 284:
VERTENZA PAPARO... LA GENESI
NUMERO 283:
COSA PRODUCE SOVERATO SOPRA UN PALCOSCENICO
NUMERO 282: SONO ENTRATO NEL QUARZO, O COMAC
NUMERO 281:
I BRONZI UMANI
NUMERO 280:
CHE FARE DEL QUARZO DETTO ANCHE COMAC?
NUMERO 279:
AUTO D’EPOCA, INDUSTRIE D’EPOCA
NUMERO 278:
ARCHEOLOGIA DELLA DOMENICA E BUFALE A NARDODIPACE
NUMERO 277:
TURISTI E SURROGATI
NUMERO 276:
BARI, STORIA E FEMMININO SELVATICO
NUMERO 275:
SOVERATO E CHIARAVALLE 2011
NUMERO 274: IN ESPLORAZIONE
NUMERO 273:
COMMENTIAMO
NUMERO 272:
CULTURA E TURISMO E SOLDI
NUMERO 271:
PROPOSE PLINTA DI FARMI ASSESSORE
NUMERO 270:
COSÌ PARLÒ MAURIZIO GASPARRI
NUMERO 269:
NOTIZIE DAI TEATRI
NUMERO 268:
AFFISSIONE ABUSIVA
NUMERO 267:
MICROSTORIA D’AUTORE A SATRIANO
NUMERO 266:
UN’ALTRA EPIGRAFE DI PETRIZZI
NUMERO 265:
ROMA, ALBA LONGA E L’OSPEDALE DI SOVERATO
NUMERO 264:
I SANTI A GALILEA
NUMERO 263: RADUNO PARTIGIANO NELLA PERLA DELLO IONIO
NUMERO 262:
LA MASNADA DEI SOGNATTORI HA COLPITO ANCORA
NUMERO 261: CONSIGLI AL PROSSIMO SINDACO
NUMERO 260: PREVENIRE E' MEGLIO CHE CURARE
NUMERO 259:
COMUNALI: PROVO A CAPIRCI QUALCOSA
NUMERO 258:
LE DISAVVENTURE DI UNA RUBRICA APPENA INIZIATA
NUMERO 257: TURISMO AFFIDATO ALLA BUONA FORTUNA
NUMERO 256:
MENO MALE CHE C’È IL PREFETTO
NUMERO 255:
DIVAGAZIONI ELETTORALI
NUMERO 254:
NEL LONTANO 1970
NUMERO 253:
CI MANCA SOLO PINO APRILE
NUMERO 252:
GUIDE CERCANSI INVANO
NUMERO 251:
CATERINA, PENNISI E ALTRE BUGIE
NUMERO 250:
DUE FRATELLI E I MIEI AMICI DI SQUILLACE
NUMERO 249:
CATANZARO E DINTORNI 1528
NUMERO 248:
MENO MALE CHE DUE SONO CONTRO
NUMERO 247:
A CONSIGLIO CHIUSO, STORIA DEL MERIDIONE
NUMERO 246:
I DILEMMI DI TIANI
NUMERO 245:
UNITÀ, PARLIAMONE
NUMERO 244:
FINALMENTE CHIUSA LA QUESTIONE DEL VOLTO DI DON BOSCO
NUMERO 243:
UNA COMMEMORAZIONE COME SI DEVE A MONTEPAONE
NUMERO 242:
INVITO PER IL 17 MARZO: CELEBRAZIONI E CRITICHE
NUMERO 241: ENJAMBEMENTS E DANTE
NUMERO 240: CROCI E SANTI
NUMERO 239:
VOTATE E FATE VOTARE GIOVANNI BOSCO
NUMERO 238:
QUALCHE CHILOMETRO E CENTOVENTI ANNI
NUMERO 237:
L’ELMO DI SCIPIO, BENIGNI E ANNIBALE
NUMERO 236:
AGESILAO MILANO: CHI ERA COSTUI?
NUMERO 235:
MAGISTRATI VELOCI E CENTOCINQUANTESIMI LENTISSIMI
NUMERO 234: SE NON ORA, PRIMA
NUMERO 233:
MA SOVERATO È ALL’ESTERO?
NUMERO 232: DIFENDO LA PIAZZETTA PORTOSALVO
NUMERO 231: BENVENUTO, UFO
NUMERO 230: ARCHITETTURE MEGAGALATTICHE
NUMERO 229:
CENTOCINQUANTESIMO DEI DISTRATTI
NUMERO 228:
VOGLIO ANCH’IO UNA BOCCASSINI
NUMERO 227: (NON) SIAMO IN MEZZO A UNA STRADA

NUMERO 226: IL CASO PILINGA
NUMERO 225:
UN’OTTIMA NOTIZIA RELIGIOSA, SOCIALE E CULTURALE
NUMERO 224: POVERI MAIALI MIEI
NUMERO 223: LA TELENOVELA DELL’OSPEDALE DI CHIARAVALLE
NUMERO 222:
MI SPIACE MA DEVO RISPONDERE
NUMERO 221: SALESIANI: LEGGENDE E STORIA
NUMERO 220:
DODICI PROFEZIE PER IL 2011
NUMERO 219: “SQUALLIDO QUALUNQUISMO CULTURALE E MORALE”
NUMERO 218: LA MALEDIZIONE DI POLITE, O ALIBANTE CHE DIR SI VOGLIA
NUMERO 217:
MAGGIORANZA E ASSENZE A SOVERATO
NUMERO 216:
BALLONS D’ESSAI?
NUMERO 215: ANCORA SULLA TOPONOMASTICA
NUMERO 214: “E ADESSO PROCESSATECI TUTTI”
NUMERO 213:
PORTO: LA MAGNA GRECIA FU CONTRO DI NOI
NUMERO 212: ÀNTHROPOS ZOON POLITIKÒN PHYSEI
NUMERO 211:
LA VERITÀ NON È VERITATISMO
NUMERO 210: LA PRIMA VOLTA DEL GRUPPO ORSI
NUMERO 209:
TOPONOMASTICA SELVATICA
NUMERO 208:
ELEZIONI COMUNALI E LE STRADE
NUMERO 207:
TURISTI A CASTELLABATE
NUMERO 206: IL CUSCUNÀ
NUMERO 205: UNA LACRIMA E UN’AREA ATTREZZATA
NUMERO 204: E SE TORNIAMO A VOTARE?
NUMERO 203:
POMPEI, E NON SOLO
NUMERO 202:
PARLIAMO DI COSE SERIE, PER GIOCO
NUMERO 201:
TUTTI DA FIORITA E A SAN MARTINO, E UN PO’ DI STORIA
NUMERO 200:
E BRAVO MANCINI...
NUMERO 199:
QUANDO CADE LA FRANA, POI...
NUMERO 198:
LE MADDALENE PENTITE
NUMERO 197:
CALMATEVI, RAGAZZI
NUMERO 196:
BRAVO, MICHELE!
NUMERO 195:
BUONI VACANZA: UN’OCCASIONE
NUMERO 194: RIFLESSIONI SUL CINEMA IN CALABRIA
NUMERO 193: NOTIZIA E SMENTITA
NUMERO 192:
FESTA DI OTTOBRE
NUMERO 191:
LA LEGA? IGNORANTI! IO, INVECE...
NUMERO 190:
DIECI ANNI DALLE GIARE
NUMERO 189: CHIARAVALLE: RICONVERSIONE E NUMERI
NUMERO 188: L’UNIVERSITÀ DELLA TERZA ETÀ
NUMERO 187:
FIORITA FRESCO DI STAMPA
NUMERO 186: 439 ANNI FA A LEPANTO
NUMERO 185: LE STRADE CHE NON CI SONO
NUMERO 184: EVVIVA SCOPELLITI, E L’OSPEDALE DI CHIARAVALLE
NUMERO 183:
ALMENO NON È LA SIGNORA IOLANDA
NUMERO 182:
ESTATE SOVERATESE, MALE
NUMERO 181:
ESQUILACHE
NUMERO 180:
IL MIRACOLO SCONOSCIUTO DI MONTAURO
NUMERO 179:
IL 20 SETTEMBRE E AMIRANTE
NUMERO 178: UN SABATO VIVACE TRA SPORT E DANZA
NUMERO 177: UNA RIUNIONE SERIA SULLA SANITÀ
NUMERO 176: LA VORAGINE
NUMERO 175:
QUALCUNO FINALMENTE RISPONDE
NUMERO 174: CHE FINE HA FATTO LA CONURBAZIONE?
NUMERO 173: LE ORIGINI DEL DEGRADO
NUMERO 172:
L’ENIGMA DI MURO ROTTO
NUMERO 171:
CRONACHE DAL CONSIGLIO COMUNALE APERTO
NUMERO 170:
NON CI SERVE ALTRO
NUMERO 169:
ERA DA UN PO’...
NUMERO 168:
TOMMASO MARTINI E LA RISCOPERTA DELLA CALABRIA
NUMERO 167:
LA BUFALA DELLA SIGNORA JOLANDA
NUMERO 166:
FIORITA, QUANTE CE NE COMBINI!
NUMERO 165:
STORICI DELLA DOMENICA
NUMERO 164: A RASPA BISOGNA SPIEGARE L’ABC
NUMERO 163: GARIBALDI: I DANNI DI UNO SBARCO
NUMERO 162: CULTURA, STORIA, TURISMO... E ALTRO
NUMERO 161:
TORNA POLIPORTO – EUTIMO E CARITEA
NUMERO 160: CONSIDERAZIONI A PROPOSITO DI UNA FESTA ...
NUMERO 159: MY LAND
NUMERO 158:
TURISMO E STATISTICHE AD OCCHIO
NUMERO 157:
BENVENUTO COMMISSARIO
NUMERO 156: "QUEST'ANNO  SULLA BARCA DELLA MADONNA ..."
NUMERO 155:
FARMACIA E POSTE: CITTÀ O PAESINO?
NUMERO 154:
SOFISMI E SOLITUDINI
NUMERO 153:
MA PITARO IN CHE MONDO VIVE?
NUMERO 152:
GRAZIE A CHI MERITA
NUMERO 151:
MONACI E PUGILATO
NUMERO 150:
TURISTI FORESTIERI
NUMERO 149:
PRONTO RICONOSCIMENTO DI MERITI
NUMERO 148: PER LA STORIA DELLA NOSTRA ARCIDIOCESI

NUMERO 147: ÉCRASEZ L’INFÂME E IL VOLTAIRE DELLA DOMENICA
NUMERO 146:
LA BRETELLA, E ALTRE STRADE
NUMERO 145:
A DANIELE RONDINELLI
NUMERO 144: LETTERE E PESCI IN FACCIA
NUMERO 143: I VANDALI
NUMERO 142:
LETTERA APERTA AD UNA GENTILE SIGNORA CHE VUOLE DORMIRE
NUMERO 141:
CHE SORPRESA! UN ALTRO MORTO!
NUMERO 140: GIORNALISTI LOCALI: ISTRUZIONI PER L’USO...
NUMERO 139:
CHE SORPRESA! DUE MORTI AMMAZZATI
NUMERO 138:
IL CONTROLLORE GENTILE E LA PROLOCO
NUMERO 137:
I GATTI E LA TALPA
NUMERO 136:
DOLOROSA STORIA DELLA (FU?) PROVINCIA DI VIBO
NUMERO 135: PROLOCO: ARRIVEDERCI AL 7 GIUGNO
NUMERO 134:
RICORDO DI UN SOVERATANO
NUMERO 133: CARO MAURIZIO...
NUMERO 132: TURISMO RELIGIOSO
NUMERO 131: AFFITTASI
NUMERO 130:
AUTOSTRADE DEL MARE E SOVERATO
NUMERO 129:
SABATO PROSSIMO DIRÒ...
NUMERO 128:
GIANNI, SONO CON TE
NUMERO 127: QUALCOSA DI BUONO A SOVERATO
NUMERO 126: EVVIVA FIORITA
NUMERO 125:
LETTERA APERTA AGLI STORICI
NUMERO 124: MARONI, DOVE SEI?
NUMERO 123:
INNEGGIAMO ALLA PALLAVOLO
NUMERO 122:
CASO PER CASO?
NUMERO 121:
PERLA E CADAVERI
NUMERO 120: LA SETTIMANA DELLA CULTURA
NUMERO 119:
A LUCA PROCOPIO SUL TOTOSINDACO
NUMERO 118:
TURISMO E PASSANTI
NUMERO 117: IL VESCOVO DI LOCRI
NUMERO 116: IL MINISTRO CHIMIRRI
NUMERO 115: ALBERGHI, SÌ, ALBERGHI
NUMERO 114: ANCORA A LUCA
NUMERO 113:
SOVERATO FUORI GIOCO
NUMERO 112:
LETTERA APERTA A SCOPELLITI
NUMERO 111: EUTIMO? MA PERCHÈ EUTIMO?
NUMERO 110:
PROGRAMMAZIONE DELLA STAGIONE ESTIVA? NO, GRAZIE
NUMERO 109:
E ALLORA PARLIAMO DEL TG3
NUMERO 108:
ANCORA SUL VOLO
NUMERO 107:
IL VOLO È FINITO IN PESCE
NUMERO 106:
GRAZIE A NOME DI TUTTI, E ALTRO
NUMERO 105: POCHE RIGHE A ZOILO
NUMERO 104:
RIPETO E CONFERMO
NUMERO 103:
HO DETTO AD ALEMANNO
NUMERO 102:
ILLUMINISTI E SOFISTI
NUMERO 101:
TOTTI VUOLE FARE IL PORTIERE, E IL TEATRO
NUMERO 100:
OTTIME NOTIZIE DALLA PROLOCO DI SOVERATO
NUMERO 99: ROMA, MILANO, SOVERATO
NUMERO 98:
PRECISAZIONI SULLE REGIONALI
NUMERO 97:
FRA QUARANTOTT’ORE
NUMERO 96: 140 GATTI ALLE PRIMARIE
NUMERO 95: LEZIONI DI TEATRO
NUMERO 94: STORIA DELL’ANCINALE
NUMERO 93: SBADIGLI SUL PALCOSCENICO E AD OGNUNO L’ARTE SUA
NUMERO 92: UNA VIA A CRAXI?
NUMERO 91: EX FELICE EX ISOLA
NUMERO 90:
HIC RHODUS, HIC SALTA
NUMERO 89:
AI MIEI TEMPI SÌ CHE...
NUMERO 88: CITTA' O VILLAGGIO?
NUMERO 87: AUGURI
NUMERO 86:
È NATALE SIAMO TUTTI PIÙ BUONI
NUMERO 85:
UOMINI DI CHIESA E DI CULTURA
NUMERO 84:
NOTIZIE CULTURALI E INCULTURALI
NUMERO 83: NEGOZI APERTI
NUMERO 82: U CUMMENTU
NUMERO 81:
BALDASSARRE SINOPOLI! ASSENTE!
NUMERO 80: BUFALE E SOCIALITA'
NUMERO 79:
LA LINGUA DI BABELE A SOVERATO E A FORCELLA
NUMERO 78: GUELFI E GHIBELLINI
NUMERO 77: BUFALE DALL’AMBONE
NUMERO 76:
SCIACALLI E AVVOLTOI DI TUTTI I PAESI UNITEVI
NUMERO 75: QUESTIONI IN SOSPESO
NUMERO 74:
DOV’È LA CULTURA?
NUMERO 73:
PROLOCO DI GASPERINA E PROLOCO DI SOVERATO
NUMERO 72:
FEDE E ARTE PER LA FESTA DI S. GERARDO
NUMERO 71: PIOVE
NUMERO 70:
I RAGAZZINI E IL CENTRODESTRA DI SOVERATO
NUMERO 69:
NE FARAI, DI STRADA!
NUMERO 68: SILENZIO STAMPA
NUMERO 67: A SETTIMANA
NUMERO 66:
GIUSTIZIA CANICOLARE
NUMERO 65:
RISVEGLIO DOPO IL SOGNO DI MEZZA ESTATE
NUMERO 64:
NATA SOTTO CATTIVA STELLA
NUMERO 63:
SIGILLI E BUONA OCCASIONE
NUMERO 62: FROTTOLAI A SOVERATO
NUMERO 61: L'ORCHESTRA DEL TITANIC
NUMERO 60:
COSA DIREI L’11 LUGLIO AL PD
NUMERO 59: LA SUPERBUFALA DELLE SERRE
NUMERO 58:
CHE C’È DA VEDERE A SOVERATO?
NUMERO 57: ATTENTI AL CANE
NUMERO 56: NON FANNO UN TUBO
NUMERO 55: SOVERATO ESCLUSA
NUMERO 54:
LA DEGENERAZIONE DEL TERRITORIO
NUMERO 53:
RESURREXIT E SOVERATO “VECCHIO”
NUMERO 52:
RESURREXIT E GLI UCCELLACCI
NUMERO 51: RESURREXIT, RISORGIAMO
NUMERO 50: LODE A RESURREXIT
NUMERO 49: NOTIZIE DALLA PROLOCO
NUMERO 48: OH NO ANCORA ULISSE
NUMERO 47: UN CONVEGNO DI TERRORIZZATI
NUMERO 46: NARRANTE SENZA NARRATO
NUMERO 45: POVERI PIT!
NUMERO 44: LA SELVA OSCURA DI LAGANOSA
NUMERO 43: LODE A TEO SINOPOLI
NUMERO 42: IL CREPUSCOLO DEGLI DEI FORMATO RIDOTTO
NUMERO 41: NATALE A CASA, UN LIBRO IN MANO
NUMERO 40: QUANDO I PROBLEMI SI AFFRONTANO SUL SERIO
NUMERO 39: SENZA UNA BIBLIOTECA
NUMERO 38: LETTERA CIRCOLARE AGLI AMICI...
NUMERO 37: MIRACOLI A SOVERATO
NUMERO 36: CORAGGIO E INTELLIGENZA
NUMERO 35:
CULTURA, CULTURA
NUMERO 34: RIFORME LOCALI
NUMERO 33: AUTUNNO SOVERATANO
NUMERO 32: CARI RAGAZZI...
NUMERO 31: QUERELOMANIA
NUMERO 30: PER UN ASSE IONICO

NUMERO 29: FARMACIA E PARAFARMACIA
NUMERO 28: POSTA CELERE?
NUMERO 27: AN, UN ASSEMBLAGGIO BUFFO
NUMERO 26: IL PIANO CESARINI
NUMERO 25: CHI CI SALVA DALLE TROMBE D’ARIA?

NUMERO 24: CHI CANTA PREGA DUE VOLTE
NUMERO 23: ARRIVA L’INVERNO, SOVERATO RITORNA A VIVERE

NUMERO 22: TOLLERANZA CENTO
NUMERO 21: CHI LI HA VISTI?
NUMERO 20: CITTÀ EVACUATA
NUMERO 19: STRADE SENZA USCITA
NUMERO 18: ADESSO, PENSATE A GOVERNARE
NUMERO 17: Un’antica usanza per l’Assunta: la “fadda dâ Madonna”
NUMERO 16: ELOGIO DEL POPOLO BASSO
NUMERO 15: TURISMO E UNITA' DI MISURA
NUMERO 14: IL FRATELLO TRADITORE
NUMERO 13: CARLO FILANGIERI, PRINCIPE DI SATRIANO E DUCA DI CARDINALE
NUMERO 12:
ME LO CELEBRO PER CONTO MIO
NUMERO 11: NON CE NE POTEVA IMPORTARE DI MENO!
NUMERO 10: LA SCARPA DI APELLE A TEATRO
NUMERO 9: EUTIMO CE L'HA FATTA
NUMERO 8: SOVERATO IN GUERRA
NUMERO 7: UN SUCCESSO CULTURALE
NUMERO 6: SUBERATUM
NUMERO 5: SOVERATO, IL LUGLIO CHE NON C’È
NUMERO 4: IL SINDACO DI BABELE
NUMERO 3: UN SERVIZIO CULTURALE
NUMERO 2: TRENTA PER CENTO IN PIÙ
NUMERO 1: LA VERA STORIA DI EUTIMO

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