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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò |
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Abbiamo perso la regina!
Metto subito le mani avanti, a scanso di bave provincialotte: Ruffo di Calabria, tutto assieme, è cognome; e i Ruffo, per quanto calabresi, non furono mai feudatari della nostra intera terra. Compaiono già nella prima età normanna, e già allora si discuteva del nome, se era il latino Rufus, rosso o biondo, o una parola in franconormanno. Folco Ruffo è tra i poeti della Scuola siciliana. Pietro Ruffo, conte di Catanzaro, viene designato esecutore testamentario di Federico II (1250), e difende i diritti di Corrado e poi di Corradino; Manfredi lo perseguita fino a farlo uccidere a Terracina. Suo nipote o pronipote Pietro II torna con gli Angiò, e si batte durante il Vespro (1282) contro Ruggero di Lauria e i ghibellini siciliani e calabresi. I suoi eredi hanno Catanzaro; un altro ramo, Montalto [Uffugo]. Nicolò, conte di Catanzaro e marchese di Crotone, è nemico giurato di re Ladislao, e sopravvive alla morte di questi nel 1414. La figlia ed erede, Enrichetta, sposa Antonio Centelles, e con le loro rivolte e guerre finisce il ramo di Catanzaro. Figura notevole fu in quei decenni Covella, duchessa di Montalto, donna di severi costumi e acuto senso politico; i suoi feudi finirono per matrimonio ai Marzano di Rossano. I Ruffo, meno potenti, non persero prestigio, e troviamo cardinali e funzionari del Regno. Il poliedrico Fabrizio, già ministro pontificio e creato cardinale laico, è protagonista di una delle più straordinarie imprese militari della storia. Nel 1798 i giacobini francesi avevano conquistato Napoli, istituendo una puramente nominale Repubblica Partenopea senza alcun potere; aderì parte della borghesia e nobiltà del Regno. Fabrizio, che era in Sicilia, sbarcò con solo sei uomini a Palmi; radunò attraverso le parrocchie e l’Arcadia Reale sessantamila calabresi, ne fece il primo esercito popolare della storia moderna, l’Armata Cristiana e Reale della Santa Fede. Riconquistò Napoli… e tutto il resto lo racconto un’altra volta, perché sarebbe troppo lungo. Del resto a settembre sarò a San Lucido, sua patria, per tenere la commemorazione del cardinale guerriero e dotto, e ne riparliamo. Ricordiamo anche il Ruffo di Castelcicala, aiutante di campo di Wellington a Waterloo. Restava il ramo di Bagnara, da cui l’ultimissimo, i duchi di Baranello. Folco Ruffo fu un valoroso aviatore della Prima guerra mondiale. La sua settima figlia, Paola, nata nel 1937, celebre per bellezza e stile, sposò nel 1959 Alberto di Sassonia Coburgo, fratello del re Baldovino: quelli che hanno la mia età ricordano come i giornali femminili – allora meno sguaiati e trucidi di oggi – fossero pieni della malinconia della regina Fabiola senza figli, e, tra le righe, di qualche pettegolezzo e su Alberto e sulla stessa Paola: ma parce non ai sepolti giacchè sono vivi e vegeti, parce abdicantibus regnum. Alberto e Paola non erano destinati al trono, se Baldovino avesse avuto prole; morì nel 1993, e l’eredità passò ad Alberto; e i Ruffo ottennero un sogno che accarezzavano da otto secoli, un trono. In Belgio la monarchia ha un’importanza politica che va al di là del ruolo costituzionale formale. Già spagnole, poi austriache, al Congresso di Vienna quelle terre erano state assegnate al re d’Olanda, cui si ribellarono nel 1830. Qualcuno voleva l’annessione alla Francia, ma ciò avrebbe scatenato una guerra mondiale; ebbe buon gioco la G. Bretagna, i cui re sono della casata tedesca degli Hannover, e l’erede designata, Vittoria, sposava un Sassonia Coburgo, Alberto anche lui, e ottenne l’autonomia con neutralità garantita; nel 1837 Vittoria diveniva regina britannica e il Belgio era riconosciuto indipendente. Il piccolo e ricco regno è diviso tra fiamminghi e valloni, e non raramente scoppiano crisi non solo politiche, a volte anche violente; e si può dire che a tenere insieme lo Stato sono gli interessi europei alla stabilità e il prestigio della monarchia, senza la quale le tendenze separatiste divamperebbero in un pomeriggio. Alberto e Paola hanno interpretato bene la loro parte. Una curiosità, è italiano anche il capo del governo, Di Rupo. Paola Ruffo di Calabria è la “calabrese” con maggior carriera politica della storia, a parte il re Italo, e assieme a Cassiodoro, primo ministro dei re ostrogoti; a Ruggero II, se nacque a Mileto; Ulugh Alì bey di Algeri e Tunisi; e Michele Bianchi, segretario del P. Nazionale Fascista. Ulderico Nisticò
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