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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò |
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Un raccontino sulla legalità
Traduzione letterale: se togli la giustizia (se non praticano la giustizia) che sono i regni se non bande di ladri di grandi dimensioni? E le bande di ladri, cosa se non piccoli regni? Attenzione, Agostino dice “iustitia”, cioè giustizia morale e politica, non “ius”, cioè legge. Sa bene che alle bande di ladri manca la giustizia, ma non mancano certo le leggi, anzi ne hanno di chiare e severe e senz’appello; perciò, diremmo oggi, le bande di ladri praticano la legalità interna, eccome: ma la praticano al fine dell’ingiustizia! Gli Stati sbagliati, iniqui, hanno le leggi, delle quali fanno uso alterno e a convenienza ma le hanno, tuttavia non hanno la giustizia. Non so se mi sono spiegato! I cittadini passabilmente onesti che vivono, per forza, in uno Stato disonesto possono scegliere se ribellarsi o subire, ma certo non possono essere convinti che obbedire alle leggi di uno Stato ingiusto sia un dovere morale kantiano; al massimo, sarà una necessità o una furbata. Ecco perché io mi tengo lontano un milione di miglia dai convegni sulla legalità. Oltre tutto, sono a dieta. Prevengo obiezioni dai pochi lettori stupidi: io mi ribello, però quasi da solo, e il potere contro cui combatto mi sorride: una raffinata forma di repressione gentile. Oh, se tornassimo a leggere sant’Agostino! Non siamo forse in una terra che fu degli Agostiniani dello Zumpano per secoli? Ulderico Nisticò
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