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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò |
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Spiagge vuote
Una delle cose che a Soverato mai si fecero e mai si faranno sono i conti. E qui vorrei suggerire a qualche studioso di statistica e sociologia di scendere un momentino dall’astratto volo e buoni sentimenti, e avventurarsi nel meno alato e più utile bosco dei numeri: quanti forestieri sono scesi nei per altro pochissimi alberghi; quanti giorni sono rimasti; idem per i coperti… Dovrebbero essere dati ufficiali, o almeno spero. E allora, coraggio: una bella analisi fatta di numeri, e non di proclami, chiacchiere, frasi fatte e ideologie fumose… Siccome i giorni dell’anno sono 365 o 6, e levati i mesi invernali, bastano alcune semplici operazioni: tot letti diviso tot giorni… insomma, ci sono regole della statistica. Scopriremmo, secondo me, che le presenze di turisti sono scarsissime rispetto alle infinite potenzialità di Soverato; lo stesso per coperti di ristoranti eccetera. Un altro calcolo: quanti sono gli operatori turistici che di mestiere facciano solo l’operatore turistico e non un’altra cosa undici mesi l’anno. Scopriremmo che sono rari. Passiamo ad analisi più raffinate, quelle della qualità. Alcuni alberghi sono buoni; altri ci sono per modo di dire. Ristoranti e pizzerie sono nel complesso buoni. I lidi sono accettabili, sia pure con diversi difetti. Ma passatempi, attrazioni, manifestazioni musicali e culturali, di questo c’è poco e niente. E anche il mare, il mitico mare, altro non offre che il mare nel senso letterale di acqua salata: e basta, né sport né escursioni né pesca né altro niente di niente. Il bagnante è destinato ad annoiarsi sotto l’ombrellone. Veniamo al bubbone del turismo: gli appartamenti. Nei non mai abbastanza deprecati anni 1970-80 Soverato costruì casamenti invece di altri alberghi, e si condannò così a turismo dequalificato e a basso costo. Non ho bevuto, ragazzi, a basso, bassissimo costo: se un appartamento viene affittato per un mese a famiglia di quattro persone a quattromila euro, ogni persona paga 32 euro al giorno; se sono sei, 21. Prezzi stracciati; e del resto la qualità degli appartamenti è in genere pessima. Senza dire che gli alberghi pagano le tasse, e gli appartamenti in nero no. E, peggio, in albergo bisogna esibire la carta d’identità, negli appartamenti in nero può trovarsi tranquillamente un esaltato terrorista islamico o un bieco agente israeliano sotto mentite spoglie di timida famigliola. Quanto al turismo di escursioni e culturale, versiamo in pessime acque. Eppure Soverato conserva la Pietà e altre opere d’arte; è comoda per visitare Gerace, Locri, Castelvetere (Caulonia), Monasterace, Stilo, Mongiana, Serra, Squillace, Roccelletta, Catanzaro, Tiriolo, Taverna, Cropani, S. Severina, Isola, Crotone… E per raggiungere, dal mare in tre quarti d’ora, l’alta montagna. Insomma, grandi potenzialità e risultati modestissimi. A molti ha fatto comodo un turismo degradato; oggi, in crisi mondiale, non viene più nemmeno il degrado. Lode a Rivivi Soverato, che cerca di riportare la gente sul corso a beneficio dei negozi e della socialità. Ulderico Nisticò
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