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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò |
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Petrizzi, la Proloco e il pubblico
Non era un lavoro agevole, per la grande varietà di argomenti e toni e stili dei quadri; e per la formula originale che mescola la conferenza con il teatro. È stato portato ottimamente a termine senza alcun difetto ed errore, frutto di molti mesi di faticose e impegnative prove. Non è mancata la dovuta scenografia, con adeguate musiche. Vero teatro, ma di massa e di movimento. La storia petrizzese è stata sviluppata tra cavalieri e briganti e fantasmi e duchi e poeti e intendenti rapaci e miti di giovani ninfe e inquietanti zingare, e conflitti di popolani; ciascuno con uno stile diverso, ad accrescere quel sale del teatro che è sempre l’inatteso. Si può fare storiografia senza diventare pesanti, paludati, noiosi e scolastici, e renderla patrimonio di tutti come ogni genuina storia è. Lode a Petrizzi tutta, che non smentisce la sua tradizione culturale e di socialità, di cui la proloco si fa interprete con una storia che va dai tempi Di Antonio Anzani a quelli dell’odierno presidente Pietro Celia. Il pubblico è stato di qualità, e di numero imponente: certe assenze di autorità e politicanti regionali, provinciali e locali le ho notate solo io per poterne dir male a tempo debito, gli altri e l’incalcolabile numero di spettatori se ne sono impipati solennemente, e hanno fatto bene. Il TG3 Calabria era, ovviamente e servilmente, a Varapodio, e alieno da ogni genuina attività culturale. Stiamo già elucubrando qualche altra bella pensata. Ulderico Nisticò
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