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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò |
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Commento a Fiorita
Dal 1881 Santa Maria di Poliporto era, con il nome di Marina di Soverato, la sede comunale: un fenomeno unico nella costa ionica non solo allora, ma tuttora, se pensiamo a Badolato, Cropani, Davoli, Montepaone, eccetera. Un municipio però ancora non c’era, e la Giunta Municipale sin riunisce a casa del sindaco. Questi è Vincenzo Ferrigno, di una famiglia napoletana venuta per i commerci, e che poi lasciò Soverato. Piccola la Giunta: un assessore, Giuseppe Sangiuliano, e un supplente, Cosimo Calabrò, con il segretario comunale, Giovanni Desinopoli. Calabrò, da anni residente a Soverato, ma di Acciarello, oggi quartiere di Villa S. Giovanni, era il nonno materno di Rocco Caminiti; e, lasciatemelo ricordare, di suo fratello maggiore Domenico, mio bisnonno. Erano figli di Filippo, e nati anche loro ad Acciarello. La Giunta vorrebbe una ricompensa per Rocco Caminiti, e per Francesco Potenzano brigadiere della Guardia di Finanza, e per i marinai Saverio Abbruzzo fu Antonio, Francesco Ciciarelli fu Antonio, Catello De Mayo fu Raffaele, Salvatore Gualtieri fu Domenico, Vincenzo Maida fu Antonio, Salvatore Viscomi di Francesco di Soverato; e Paolo e Gioacchino Musmeci di Marina di Acireale. Alcuni cognomi sono di quelli più antichi di Soverato o del territorio: Abbruzzo, Ciciarelli, Gualtieri, Maida, Viscomi; De Mayo ha un colorito napoletano. Interessante la presenza del Musmeci, certo avo del nostro Simone, che viene dalla Sicilia: lo seguiranno altre famiglie di quel tratto ionico catanese, da cui, secondo una credenza, si scorgerebbe nei giorni più chiari la stessa Soverato. Rocco è lo stesso che, a sua volta rischiando di naufragare, fece il voto e poi costruì la chiesetta di Portosalvo. Lo abbiamo raccontato in “Ulderico Nisticò, Tonino Fiorita, Santa Maria di Soverato. La storia e le cronache della festa della Madonna a Mare, Davoli M., 2002”. Fu sindaco, e padre di Filippo, che fu podestà, poi senatore. L’atto di Rocco Caminiti e degli altri fu certo di grande eroismo, e segno della solidarietà antichissima tra le genti di mare. Secondo un R. Decreto del 15 Aprile 1868, dovevano essere insigniti di un’onorificenza; ma non è certo che ciò sia avvenuto! Quando Soverato deciderà di mettere ordine nella sua improvvisata, caotica e ideologizzata toponomastica (odonomastica, più esattamente), sarebbe bello intitolare una via “10 febbraio 1887”, con i nomi dei valorosi sotto la targa. Quale via? Per conto mio, togliamone una ai tanti politicanti di cui non si ricordano manco i nipoti, ma che Soverato, nella medesima ignoranza, onora. Un episodio importante, questo, e che prova quale fosse la natura della Marina: un attracco di bastimenti e barche, destinato a sviluppare i commerci tra la costa e i paesi dell’interno. “Marinari” significava abitanti della Marina, ma anche, soprattutto, uomini di mare. Ulderico Nisticò ARTICOLO CORRELATO
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