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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò |
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Che succede nella diocesi di Locri?
Il giudice Gratteri sferra un attacco che non è alla Chiesa in genere, ma a quella di Locri e a quella di Reggio. E anche qui delle due è l’una: o Gratteri parla a caso, o non parla a caso; ed è un uomo che ha fama di saper fare il suo mestiere, cosa non proprio comunissima a tutti i giudici d’Italia e di Calabria in specie. Che succede, allora? Non lo so, e se lo sapessi o anche solo lo sospettassi, lo scriverei. Non sapendo, lo chiedo, e mi piacerebbe leggere una risposta. La Chiesa calabrese, questo almeno posso dirlo, dovrebbe e potrebbe fare di più per questa terra che, vi ricordo, è l’ultima d’Europa o giù di lì per ogni parametro positivo, e in testa per il contrario. Potrebbe condannare con fermezza non tanto quattro poveracci che per tradizione scannano la capra a Polsi, ma la zona grigia, i Calogero Sedara – ce ne sono, a Locri – che non sono mafiosi ma alleati della mafia, che è anche peggio; e scomunicare politicanti e funzionari della Regione se non spendono i fondi europei. Ma è peccato, obbietterà qualcuno? Sì, leggetevi il VII del Purgatorio: i principi che non fanno il loro dovere sono peccatori come e anche peggio del disgraziato che vuole farsi un cosciotto caprino arrostito. Ma condannare il pastorello è meno pericoloso che sferzare i politici o i “signorini” che non sono mafiosi ma, quando serve, possono contare sulle cosche. Rispondetemi, vi prego! PS: Per chi non mi conoscesse, sono un cattolico praticante, mica un massone o un libero pensatore o un ateo più o meno devoto o uno di quelli che vanno a Messa per farsi vedere in campagna elettorale. Già, qui dovrei aprire il discorso delle campagne elettorali, ma lo rinviamo alla prossima. “Su questo”, disse l’Areopago a san Paolo, “ti ascolteremo un’altra volta”. Ulderico Nisticò
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